Prof. Vittore Bocchetta nato a Sassari il 15 novembre 1918 da una famiglia di artisti, si trasferisce a Verona, dove si laurea in lettere. Inizia qui a frequentare un gruppo di antifascisti riuniti attorno a Giuseppe Tommasi. Nel settembre 1943 il gruppo partecipa all’azione per liberare i militari italiani incarcerati dai tedeschi. Arrestato, viene liberato dopo alcuni mesi e nel 1944 entra a far parte come indipendente del CLN provinciale di Verona. Arrestato nel luglio dai fascisti, è interrogato, torturato e poi consegnato ai tedeschi, che lo destinano al campo di Flossenbürg, dove viene immatricolato il 7 settembre 1944 con il numero 21631. Il 30 settembre 1944, terminato il periodo di quarantena, è destinato al sottocampo di Hersbruck. È impiegato in lavori forzati di scavo di una galleria in una vicina montagna (Houbirg) nei pressi di Happurg. Riesce a sopravvivere per una serie di circostanze fortuite, la sua età relativamente giovane (26 anni) e l’aiuto di Teresio Olivelli che svolge per un breve periodo la funzione di capo della sua baracca, la numero 14. Nei primi giorni di aprile 1945, con l’avvicinarsi delle forze angloamericane, il campo di Hersbruck è evacuato dai tedeschi e i deportati sopravvissuti sono trasferiti verso la Baviera meridionale con le cosiddette marce della morte. Durante una delle tappe, in prossimità di Schmidmühlen, riesce a fuggire insieme a un deportato francese. Si abbandona privo di sensi a Hohenfels di fronte al reticolato di un campo di prigionieri di guerra alleati (lo Stalag 383), lasciato ormai praticamente incustodito dai tedeschi. Curato e nutrito da un gruppo di prigionieri, si riprende gradualmente. Liberato dagli Americani nel maggio 1945, dopo un soggiorno a Ratisbona, rientra finalmente in Italia nel giugno 1945.Nel 1949 emigra in Argentina dove trova lavoro in una fabbrica di ceramica. Scopre così il suo talento per la scultura, riscuotendo un buon successo. Lascia però il Sud America per la situazione politica e si trasferisce nel 1958 a Chicago dove diventa professore di spagnolo e riprende la sua attività di scultore passando a sculture di dimensioni maggiori, come il Daedalus (del 1964) che considera la sua prima vera e propria opera d’arte. Utilizza vari materiali come bronzo, acciaio inox, alabastro, marmo. Fonde lui stesso i suoi bronzi e giunge al processo di creare una «pelle» di metallo fuso su un’«anima» di poliestere. Alcune delle sue sculture del periodo 1965-1971 fanno parte della collezione permanente del Chicago Public Library Cultural Center. La sua prima mostra personale negli Stati Uniti, a Detroit, è del 1969. Dal 1970 al 1973 espone ripetutamente nel John Hancock Center appena inaugurato.Rientrato in Italia nella seconda metà degli anni ’80 realizza numerose opere scultoree e pittoriche dedicate alla memoria della Resistenza. La prima opera di questo periodo è Cipresso, un obelisco di acciaio inox di oltre 7 metri, in ricordo dei sei giovani che il 17 luglio 1944 assaltarono il carcere degli Scalzi per liberare dai nazifascisti il sindacalista e politico Giovanni Roveda, inaugurato il 25 aprile 1988, proprio nel terreno dove si trovava il carcere. Nel 1989 pubblica la prima edizione dell’opera autobiografica sul periodo 1940-1945, che rivedrà e correggerà più volte in seguito alla scoperta di nuovi documenti.L’8 maggio 2007 partecipa allo scoprimento della sua scultura Ohne Namen (Senza nome) nel sito del campo di sterminio di Hersbruck da cui si era miracolosamente salvato nel 1945.Nel 2009 è eletto nella presidenza onoraria della F.I.A.P.
BOCCHETTA VITTORE