GALANTE GARRONE ALESSANDRO

 

Alessandro Galante Garrone nasce a Vercelli il primo ottobre 1909. Il padre, insegnante di latino, muore quando Alessandro ha solamente 9 anni. Gli zii materni Eugenio e Pinotto Garrone sono i suoi maestri di vita.

La famiglia è cattolica, di una religiosità austera, ma non bigotta. A seguito dei Patti Lateranensi del 1929, Alessandro per reazione si allontana dalla religione.

Nel 1927 si iscrive alla Facoltà di Legge. Partecipa con altri studenti alle manifestazioni contro le violenze fasciste in difesa del suo professore Francesco Ruffini. Frequenta Giorgio Agosti e Dante Livio Bianco, intrattiene rapporti epistolari con lo storico Adolfo Omodeo, futuro Rettore all’Università di Napoli. La lettura delle opere di Piero Gobetti e di Benedetto Croce è fondamentale per la sua formazione politica. In seguito, ritenendo “astratta” la religione della libertà di Croce, adotta il principio della libertà liberatrice.

Aspira alla carriera accademica universitaria ma, rifiutando il giuramento imposto dal regime fascista, sceglie la magistratura che ancora gode di una certa autonomia.

Sposa Maria Teresa, figlia del giudice antifascista Domenico Riccardo Peretti Griva.

Le leggi antisemite promulgate nel 1938 dal regime fascista sono decisive per la sua adesione al movimento Giustizia e Libertà, fondato a Parigi da Carlo Rosselli, Gaetano Salvemini e altri.

Nel 1942, in piena clandestinità, partecipa a Torino alla fondazione del Partito d’Azione, nel quale confluiscono il movimento Giustizia e Libertà e altre formazioni liberali e repubblicane.

Sfollato con la famiglia, per precauzione, a Coassolo Torinese, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, prende contatto con le formazioni partigiane Giustizia e Libertà del Partito d’Azione, divenendone ispettore per il Piemonte, particolarmente per il Cuneese.

Per tenere i collegamenti con le varie formazioni partigiane, si sposta sempre in bicicletta. Nella Resistenza piemontese Alessandro Galante Garrone è una personalità di primo piano.

Membro del C.L.N., dopo la liberazione di Torino, fa parte della Giunta regionale di governo e della Giunta consultiva. Quale magistrato, gli viene affidato un procedimento giudiziario contro Vittorio Valletta, presidente della Fiat, per collaborazionismo con l’invasore tedesco.

Non c’è odio o rancore nel suo animo, pertanto istruisce il procedimento con molta serenità e imparzialità. Le pressioni a favore di Valletta sono molteplici e alla fine il processo gli viene sottratto dagli Alleati.

Collabora al quotidiano Giustizia e Libertà, diretto da Franco Venturi, nel quale scrivono anche Piero Calamandrei, Norberto Bobbio, Leo Valiani, Adolfo Omodeo, Aldo Garosci, Ada Gobetti, Ferruccio Parri e Giorgio Bocca.

Alessandro Galante Garrone nutre la passione per gli studi storici, pertanto nel 1963 si dimette dalla magistratura per dedicarsi come libero docente all’insegnamento di Storia all’Università di Torino.

Pubblica molti libri storici tra i quali: Buonarroti e Babeuf, Filippo Buonarroti e i rivoluzionari dell’Ottocento, I radicali in Italia, Felice Cavallotti, I miei maggiori, Zanotti Bianco e Salvemini, Calamandrei, Il mite giacobino, L’Italia corrotta (1895-1996 )- Cento anni di malcostume.

Per molti anni collabora al giornale “La Stampa” di Torino.

Nel 1993 partecipa alla fondazione del movimento d’Azione Giustizia e Libertà, con Aldo Garosci, Aldo Visalberghi, Leone Bortone e Nicola Terracciano.

Nel 1996 aderisce alla costituzione del “Comitato per la trasparenza delle cause di ineleggibilità parlamentare e dei conflitti di interesse” con Ettore Gallo, Paolo Sylos Labini,Vito Laterza, Alessandro Pizzorusso, Antonio Giolitti, Giuseppe Bozzi, Aldo Visalberghi, Roberto Borrello e Vittorio Cimiotta.

Dopo una vita intensa dedicata alla causa della giustizia e della libertà, muore a Torino il 30 ottobre 2003, con il rimpianto di quanti lo hanno conosciuto.

Vittorio Cimiotta

Per approfondire si vedano i suoi scritti:

“Vita e opinioni di Alessandro Prefetti”, Franco Angeli, Milano, 1992; “L’albero della libertà: dai giacobini a Garibaldi”, Le Monnier, Firenze, 1987; “Stuparich e Calamandrei”, Le Monnier, Firenze, 1982; “Salvemini e il Risorgimento”, Le Monnier, Firenze, 1980; “Felice Cavallotti”, Unione tipografico editrice torinese, Torino, 1976; “Mazzini vivo”, Edizioni del Centro librario, Bari, 1973; “I radicali in Italia: 1849 – 1925”, Garzanti, Milano, 1973; “I diritti degli italiani”, Edizioni Scientifiche italiane, Napoli, 1968; “Origini problemi e figure del radicalismo in Italia”, Giappichelli, Torino, 1966; “Questa nostra repubblica: corso di educazione civica per il triennio delle scuole medie superiori”, Torino, Loescher, 1964; “Profilo della Costituzione”, Loescher, Torino, 1959

 

 

 

Loading...