Vasco Geminelli è nato il 4 gennaio 1907 a Castelfranco Emilia (Modena) da Martino e Silvia Martini. Medico, socialista. La sua formazione politica, ispirata al riformismo turatiano, deriva dalla frequentazione dei socialisti Gualtiero Campedelli e Gaetano Melotti.
Nei primi anni del regime fascista distribuisce il giornale socialista “Avanti!” e altro materiale propagandistico a Castelfranco Emilia e garantisce il collegamento tra i socialisti modenesi e quelli bolognesi. Emigra nel settembre 1930 in Francia e prende residenza a Montauban (Tarn-et-Garonne) dove ottiene un lavoro presso una ditta edile.
A Tolosa diventa segretario della locale sezione socialista. socialista e della Lidu, e per questi motivi viene iscritto nella Rubrica di frontiera e nel Bollettino delle ricerche. Il 12 aprile 1931 partecipa come delegato al congresso antifascista di Parigi e poi al congresso mondiale contro la guerra ad Amsterdam.
È anche in Unione Sovietica nell’ottobre del 1931. Nel 1933 viene rintracciato, oltre che a Tolosa, a Marsiglia, dove svolge un’attiva propaganda coordinandosi con i compagni di partito modenesi. Trovandosi però in ristrettezze finanziarie, Geminelli manda alla famiglia il denaro destinato al Soccorso rosso dilapidando la cifra raccolta per il compagno Borelli in Italia. Pentitosi di tale gesto, nel 1935 chiede ed ottiene il perdono dell’amico. Dopo essere stato rintracciato dall’Ovra nella zona di Corrèze e a Clermont-Ferrand, dove ha svolto un’intensa attività antifascista, e dopo aver partecipato agli scioperi di agosto e settembre, nell’ottobre 1936 parte per la Spagna.
Nel gennaio 1937 si arruola nel battaglione Garibaldi e poi nella brigata omonima col grado di sergente, inquadrato nel 2° battaglione. Ferito a marzo o aprile viene ricoverato nell’ospedale di Benissa (Valencia). Presente sul fronte di Aragona, a Caspe, dal 24 maggio 1937, proveniente da Cifuentes, prende parte alla battaglia di Huesca dove muore in combattimento il 16 giugno 1937.
E’ ricordato nel Sacrario di Piazza Nettuno a Bologna.
Fonti: storiaememoriadibologna.it (sito del Comune di Bologna) e antifascistispagna.it (progetto nato dall’Associazione italiana combattenti volontari antifascisti di Spagna e dall’Istituto Ferruccio Parri)
Per approfondire si veda:
Albertazzi, L. Arbizzani, N.S. Onofri, Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919- 1945), ISB, Bologna, 1985