chi siamo
Il primo comitato di redazione era composto da Gaetano Arfé, Simone Gatto, Lamberto Mercuri, Ferruccio Parri, Leo Valiani, ai quali si sono aggiunti Enzo Enriques Agnoletti, Tristano Codignola, Sandro Galante Garrone e Piero Caleffi.
«Come potete comprendere lo scopo della “Lettera” è quello di creare un punto di incontro e di collegamento tra vecchi compagni accomunati da una fede nella libertà e giovani o meno giovani che in essa credono. È nostra intenzione dedicare ai problemi più vivi della società nella quale viviamo, la nostra attenzione vigile e consapevole. Molti purtroppo sono i mali che affliggono la democrazia italiana e troppi sono gli adempimenti costituzionali disattesi dai governi succedutisi negli ultimi vent’anni. Questa nostra presenza vuole quindi essere uno sforzo modesto, un contributo attivo, che noi vogliamo dare alle soluzioni che noi riteniamo più idonee per il rafforzamento dell’attuale regime democratico, logica proiezione e conseguenza dell’impegno e del sacrificio di chi ha lottato per la liberazione del nostro Paese».
(Dichiarazione della Redazione nel primo numero)
Per varie ragioni la “Lettera” interruppe le pubblicazioni nel 2010. Oggi un gruppo di compagni vuole rilanciarla, partendo dal presente per ritrovare la centralità del passato, in modo che la “Lettera” non si traduca in una mera testimonianza di un passato nobile. Un dialogo necessario tra passato e presente. Dove lo studio della storia si cala nel dibattito politico attuale e dove le radici azioniste, del socialismo liberale, europeiste, mazziniane, forniscono la chiave di lettura del contemporaneo, della crisi delle democrazie, delle vecchie e nuove disuguaglianze, delle minacce portate dai nuovi razzismi, xenofobie, populismi, delle sfide ambientali e geopolitiche e dei problemi delle giovani generazioni.
a chi ci rivolgiamo
Con la proposta online di “Lettera ai compagni” ci rivolgiamo ad un pubblico ampio che coinvolge qualsiasi lettore e di qualunque età.
Sono studenti di vari ambiti, liceali e universitari che si interessano di storia, attualità, politica e critica culturale in genere e studiosi, ricercatori, appassionati di storia e cultura, di politica, giornalisti, personaggi legati al mondo della storia e della cultura italiana ed internazionale in genere.
“Lettera ai Compagni” conserva una tradizione da salvaguardare, che vede un’ampia area di lettori, studiosi e ricercatori e un vasto pubblico che ancora crede nei valori della Giustizia e della Libertà.
Gli ambiti della rivista sono estesi e vogliono riprendere i temi trattati dagli intellettuali del ‘900 della tradizione giellista, liberal-socialista riunendo tutte quelle anime del mondo culturale che hanno rappresentato e rappresentano ancora oggi la storia della F.I.A.P. in cui riconosciamo le nostre radici e le nostre linee guida.
La “Lettera” è un incontro ed un immersione nella Storia di ieri e di oggi, un racconto attraverso le firme degli autori che hanno messo il focus sul periodo della Resistenza e della Liberazione dal nazi-fascismo, riprendendo i fili dal Risorgimento e dei suoi protagonisti fino ai nostri tempi, al fine di creare, oltre all’informazione storica, un ancoraggio ai tempi moderni, per una riflessione.
Gli Archivi Storici di Lettere ai Compagni dal febbraio 1969 e dei Quaderni della F.I.A.P. dal novembre 1964 sono una fonte di ricchezza culturale, e di memoria e un materiale utile per la ricerca, consultabili facilmente e sfogliabili.
“Lettera ai Compagni” vuol essere uno sguardo aperto al “Mondo, dei Diritti e dei Doveri” come memoria collettiva che si racconta attraverso le Biografie di Uomini e di Donne le cui azioni e l’esempio hanno segnato e fatto la Storia, particolarmente la nostra Storia.
Sono le date, i ricordi dove, Ogni giorno succedeva che ci danno notizie e informazioni del Calendario civile che ha segnato la nostra cultura, per non dimenticare.
In questo contesto Arte e Memoria vuole proporre con mezzi espressivi alternativi il lavoro degli artisti che hanno fermato il tempo con la propria opera attraverso la sensibilità delle personali visioni, aderendo a quel principio attivo di trasmissione per far nascere un nuovo impulso affinché la memoria, oltre che essere una dimensione privata, possa sempre più divenire una condizione pubblica, un bene comune e una condizione condivisa e collettiva.
La Biblioteca ha un indice di catalogo ampio e tematico.
Lo spazio editoriale occupa uno un posto di rilievo e di particolare interesse essendo molto vivace l’attività degli studiosi e degli intellettuali con le loro pubblicazioni, libri e incontri.
È prevista una sezione dedicata alla Pubblicazioni e Tesi, utile agli studenti universitari affinché le singole ricerche e studi possano trovare uno spazio visibile.
Le sezioni vogliono trattare temi ad ampio respiro come frammenti di un quadro unitario.
LE TRADIZIONI DELLA FIAP
“Lettera ai compagni” venne fondata nel 1969 e nel primo Comitato di redazione, oltre a Ferruccio Parri, sedevano Arfè, Gatto, Mercuri e Valiani, ai quali si aggiunsero dopo poco tempo Agnoletti, Codignola, Galante Garrone e Caleffi.
Ferruccio Parri, vent’anni prima, nel 1949, dà vita alla Federazione Italiana Associazioni Partigiane – FIAP proprio quando finita la guerra, le diverse tendenze e Brigate partigiane (le Brigate Garibaldi, Giustizia e Libertà, Fiamme Verdi, Brigate Matteotti, Formazioni autonome e formazioni badogliane e mazziniane e Indipendenti) si organizzarono in modo autonomo con l’obiettivo di valorizzare il contributo originale portato alla lotta di Liberazione e alla Resistenza dalle donne e dagli uomini che si riconoscevano in un antifascismo ispirato dal pensiero liberal-radicale di Pietro Gobetti, dalla lezione di Gaetano Salvemini, di Riccardo Bauer, di Piero Calamandrei; dal socialismo liberale di Giustizia e Libertà di Carlo Rosselli e Emilio Lussu, al Partito d’Azione.
Molti furono gli esponenti di rilievo della FIAP di quegli anni: Piero Calamandrei, Bianca Ceva, Norberto Bobbio, Nuto Revelli, Ezio Vigorelli, Gaetano Arfè, Leo Valiani, Tristano Codignola, Ugo La Malfa e molti altri ancora, tutti ispirati dai principi democratici e del socialismo liberale.
Ferruccio Parri fu il primo presidente della FIAP e vivace sostenitore della necessità di non disperdere l’esperienza della Lotta di Liberazione. Fondò, a tal scopo, l’Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia per raccogliere la documentazione storica delle formazioni di Giustizia e Libertà affinchè il significato e il valore di quell’esperienza e di quel patrimonio etico-politico non andasse disperso, perché la giustizia sociale, principale ideologia del socialismo, prima di essere un problema economico è un problema morale e non può esistere libertà se non c’è giustizia sociale, e viceversa.
Ancora oggi, e in questo periodo soprattutto, appare necessario ricordare lo SPIRITO UNITARIO con il quale le formazioni combattenti, seppur ispirate da istanze culturali e politiche diverse, riuscirono a collaborare nella Lotta di Resistenza e a portare l’Italia alla Liberazione dal Nazi-Fascismo. Fu significativo che, dopo vent’anni di regime autoritario fascista, le formazioni partigiane fossero state naturalmente in grado di operare con metodi democratici e pluralistici.
…Portavamo fazzoletti di diverso colore: rosso, verde, azzurro: eravamo nelle Brigate Garibaldi, Giustizia e Libertà, Matteotti, Mazzini, del Popolo, Autonome…
Ed è questa lezione di indissolubilità dei valori di giustizia sociale e libertà politica che vale la pena di ricordare e riscoprire anche nell’attualità, in un momento in cui tali valori sembrano essere nuovamente messi in discussione.
Attualmente la sede Nazionale della FIAP è a Milano e il Presidente è Luca Aniasi ma storicamente dopo Ferruccio Parri, seguirono alla Presidenza Francesco Albertini, Enzo Enriques Agnoletti, Aldo Aniasi, Francesco Berti Arnoaldi e Mario Artali.
Ancora oggi la FIAP porta avanti la vocazione apartitica dei padri fondatori convinti che, l’indipendenza dal sistema politico contingente, potesse essere l’unica garanzia per salvaguardare i valori affermati dalla Resistenza e sanciti nella Costituzione.
Ferruccio Parri ha scritto, riferendosi al ventennio di dittatura: “chi non ha vissuto quei tempi non sa quale deserto civile avesse fatto in Italia il fascismo, come avesse idiotizzato il paese.”
Per certi aspetti i nostri tempi possono essere accumunati a quel periodo storico. Per questo riteniamo che sia essenziale diffondere la conoscenza dei valori che hanno ispirato l’azione di tanti uomini e donne che dedicarono la loro vita alla lotta per la libertà e alla costruzione di un’Italia migliore e più giusta.
Si tratta di valori sempre attuali e mai scontati, come la pace, la libertà la democrazia, la giustizia, la pari dignità sociale, l’uguaglianza di ogni essere umano senza discriminazioni di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche. Valori recepiti dalla nostra Costituzione che costituiscono una guida e un solido riferimento nella confusione dell’attuale momento storico e politico.
COSA FA LA FIAP OGGI
La FIAP organizza corsi, convegni, seminari, eventi nelle scuole, percorsi didattici, mostre e partecipa attivamente alle ricorrenze legate all’unità e alla storia nazionale, presente con i propri delegati e con il medagliere che la rappresenta. Progetta e realizza ricerche e pubblicazioni, edita una propria rivista online, “Lettera ai compagni”, aderisce alla Confederazione Nazionale fra le Associazioni Combattentistiche e Partigiane.
Esistono sedi su tutto il territorio nazionale che realizzano progetti specifici, legati al territorio di appartenenza e alla sua storia specifica.
Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario
perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte e oscurate.
Primo Levi