MERLIN LINA

Nata a Pozzonovo di Padova il 15 ottobre 1887 e di qui trasferita con la famiglia a Chioggia, Angelina Merlin a vent’anni si trasferisce a Padova dove vive con i suoi in corso Vittorio Emanuele II. Sono anni spensierati e felici, in cui ascolta le storie familiari raccontate con grande maestria dalla nonna Elisabetta, di studio appassionato del violino, delle giornate belle passate col padre, segretario comunale, e con la mamma, maestra. Ma sono anche gli anni in cui emerge con forza il carattere forte e indipendente: come quando, nell’Istituto di suore canossiane di Padova in cui studia, prende le difese delle alunne più povere e difese il loro diritto a partecipare ad una ricorrenza della scuola, rischiando pure l’espulsione. Conseguita più tardi, nel 1914, all’Università di Padova l’abilitazione all’insegnamento del francese nella scuola media di primo grado, perde tra il 1917 ed il 1918 i due fratelli Mario e Carluccio nella prima guerra mondiale.

Tra il 1919 ed il 1920 inizia la sua militanza nel Partito socialista, pubblicando l’anno successivo il suo primo articolo sul settimanale socialista padovano «L’Eco dei lavoratori» e lavorando alla creazione di una sezione femminile all’interno del partito. Ricevuto l’incarico di commemorare Rosa Luxemburg assassinata a Berlino e messe in luce non le sue teorie ma la figura della donna che lotta e muore per le sue idee, viene ripresa amichevolmente dall’onorevole socialista Dante Gallani, che diventerà poi suo marito, che le consiglia di studiare Marx. Sono gli anni in cui redige, amministra e gestisce «L’Eco dei lavoratori» e collabora a «La difesa delle lavoratrici», il periodico fondato da Anna Kuliscioff: si occupa di prostituzione, lavoro femminile, diritto al voto e più in generale della situazione delle donne. Sono gli anni in cui diventa una decisa oppositrice del regime perché per lei il fascismo era sopraffazione, violenza, arroganza e andava contrastato senza fare un passo indietro.

Rifiutandosi nel 1926 di prestare giuramento di fedeltà al regime, perde il posto di lavoro, subisce cinque arresti e viene inviata al confino da scontare per quattro lunghi anni in Sardegna. Tornata a Padova nel 1930, di ritorno dal confino, sceglie di trasferirsi a Milano per sfuggire ai nuovi arresti e insegna in alcune scuole. Tre anni dopo il matrimonio felice col deputato socialista Dante Gallani, conosciuto da ragazza, e nel 1936 l’affidamento di una parente orfana di madre, Franca Cuonzo Travaglia, che diventerà sua figlia di fatto, mentre muore prematuramente suo marito. Sono gli anni della lotta clandestina e la sua casa in via Catalani 63 diventa presto un punto di riferimento dei dirigenti antifascisti. Nel 1943 la troviamo tra le fondatrici dei “Gruppi di difesa della donna per l’assistenza ai combattenti della libertà”, riconosciuti dal Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia, intenta a lavorare all’interno della Resistenza. Il 2 giugno 1946 l’Italia sceglie a maggioranza la forma repubblicana. Contemporaneamente al referendum istituzionale si svolgono le prime elezioni libere dal 1924 per l’elezione dei membri dell’Assemblea Costituente e lei è la sola socialista ad essere inserita nella Commissione dei 75 che elaborò materialmente il testo della nostra Costituzione. Subito per lei si pone la necessità di introdurre in Costituzione il tema de dell’affermazione e della tutela della donna, nel lavoro, nella famiglia e nella società.

Il lavoro svolto da Lina Merlin in Assemblea Costituente. Assegnata alla terza commissione che si occupa dei «Diritti e doveri economico-sociali» e di redigere un documento sulle «Garanzie economico-sociali per l’assistenza della famiglia», il 13 settembre 1946 propone ai suoi colleghi un testo strutturato in tre punti. Il primo punto è la richiesta di assegnare allo Stato il compito di assicurare a tutti i cittadini (con una particolare attenzione per gli invalidi ed i disoccupati senza loro colpa) il minimo necessario per vivere: una casa, degli indumenti, degli alimenti e un’assistenza sanitaria. Col secondo punto, riguardante i rapporti di lavoro, afferma che la remunerazione deve essere dignitosa e deve tener conto del carico familiare dell’uomo o della donna che lavori, riallacciandosi in questo all’eguaglianza tra i sessi enunciata nell’art. 3 della Costituzione, senza peraltro privare di questi diritti coloro i quali non hanno potuto o voluto costruirsi una famiglia. Nel terzo punto afferma che le condizioni di lavoro devono garantire l’espletamento della funzione sociale della maternità e che istituzioni assistenziali e previdenziali, non per forza statali, devono tutelare la vita dei bambini, senza operare alcuna distinzione tra figli legittimi e figli naturali.

Candidata dal Psi nel collegio di Rovigo viene eletta al Senato nel 1948 occupandosi soprattutto del miglioramento delle condizioni di vita delle donne. Il culmine della sua attività parlamentare è sicuramente la promulgazione della legge del 20 febbraio 1958, n. 75 che porta il suo nome e abolisce il vergognoso istituto delle case chiuse ossia la prostituzione legalizzata dallo Stato, ma quell’anno fa parte anche della Commissione antimafia.

Per la sua intransigenza ed il suo carattere si ritrova isolata nel suo stesso partito dal quale esce nel 1961. Muore a Padova il 10 agosto 1979.

Marco Zanier

.

Per approfondire si veda:

Lina Merlin “La mia vita” a cura di Elena Marinucci, Giunti, Firenze, 1989; “Homo sacra res homini. Discorso pronunciato al Senato della Repubblica nella seduta dell’8 maggio 1951”, Tipografia del Senato, Roma, 1951

Si vedano inoltre su di lei:

Marco Zanier “I socialisti e l’Assemblea Costituente (1946-1948). Come e dove è nata la nosta Costituzione”, Bibliotheka, Roma, 2019; “Cara senatrice Merlin: lettere dalle case chiuse” con prefazione di Mirta da Pra Pocchiesa, postfazione di Luigi Ciotti e Giancalo Perego, edito da EGA, Torino, 2008; Giuseppe Tamburrano e Gianna Granati “Lina Merlin e le case chiuse” con introduzione di Venerio Cattani, supplemento a “l’Unità”, Roma, 2008; “La Senatrice. Lina Merlin, un pensiero operante” a cura di Anna Maria Zanetti, Marsilio, Venezia, 2006; “Lina Merlin: vita privata e impegno politico”, Terra d’Este, Este, 2005; “Angelina Merlin: discorsi parlamentari”, Senato della Repubblica, Roma, 1998; Salvatore Bucalo “Due anni di legge Merlin: in margine ad una proposta di mofìdifiche” , Ars Graf, Roma, 1960

Loading...