VISALBERGHI ALDO

ALDO VISALBERGHI

Il saluto di Vittorio Cimiotta al funerale laico di Aldo Visalberghi (svoltosi presso la Facoltà di Lettere dell’Università la Sapienza di Roma- Erano presenti Studenti, Docenti, il Rettore Magnifico e il Presidente Emerito della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi) Roma, 14 febbraio 2007

Caro Aldo,

pensando alla tua vita, ai pericoli che hai attraversato durante la lotta partigiana, oggi, in questa sede con commozione cerco il coraggio di parlarti.

Stavolta non vengo a chiederti la supervisione di un mio saggio o di un mio articolo come ho fatto tante volte. Sei stato sempre prodigo con me di ottimi suggerimenti e consigli. Stavolta vengo a chiederti l’ultima lezione di vita.

Sono qui, oltre che a titolo personale, anche a nome della F.I.A.P. (Federazione italiana associazioni partigiane) di cui sei stato socio, della Federazione nazionale Giustizia e Libertà di cui hai fatto parte nella Presidenza Onoraria e del Movimento d’Azione Giustizia e Libertà di Torino.
La morte non può prevalere fino a quando esiste il ricordo. Noi di Giustizia e Libertà e delle associazioni, che ho l’onore di rappresentare, ti dobbiamo molta gratitudine. Molto da te abbiamo ricevuto. Per questo motivo resterai sempre nella nostra memoria e nei nostri pensieri più cari. Mi vengono alla mente alcuni episodi della tua vicenda umana.

Appena ventitreenne hai conseguito la laurea alla Scuola Normale di Pisa. Hai avuto il privilegio di avere come professore Guido Calogero e subito hai condiviso l’indirizzo politico liberalsocialista che lo stesso aveva elaborato con Aldo Capitini nella clandestinità. Sempre a Pisa hai conosciuto Carlo Azeglio Ciampi ed è iniziata un’amicizia durata tutta la vita.

Non hai esitato dopo l’8 settembre del 1943 a passare con Pilo Albertelli nelle formazioni Giustizia e Libertà della Resistenza romana. Successivamente sei stato inviato come ispettore di questa formazione partigiana in Piemonte. Con profonda convinzione hai aderito al Partito d’Azione dove erano confluiti i liberalsociasti di Calogero, i socialisti-liberali di Carlo Rosselli, i liberali di Piero Gobetti e gli amendoliani.

Con incredibile coraggio hai affrontato la lotta partigiana con Duccio Galimberti, Giorgio Agosti, Alessandro Galante Garrone e con tanti altri eroi del nostro tempo. In molte occasioni hai messo a repentaglio la tua stessa vita. E quando nel 1944 sei stato arrestato solo grazie all’intervento di Alessandro Galante Garrone, che faceva parte del CLN, sei tornato libero.

Nelle terribili vicende che hanno attraversato il Novecento non sei stato un testimone passivo, ma un protagonista attivo e strenuo difensore della causa della libertà e della civiltà occidentale. Cosi hai dato un alto significato alla tua vita.

Delle personalità di Giustizia e Libertà, Gaetano Arfè scrive: “la storia di uomini che non trionfarono mai, ma che non furono mai vinti e che del loro operare hanno lasciato un segno incancellato e incancellabile”.

Dopo l’improvvido scioglimento del Partito d’Azione del 1947 hai continuato ad essere azionista.
Come non ricordare l’entusiasmo quando nel 1993 con Aldo Garosci, Leone Bortone, Vittorio Gabrieli, Giorgio Parri, Piero Cecchetti, Neva Baiada e Nicola Terracciano abbiamo fondato il Movimento d’Azione Giustizia e Libertà? E quando nel 1996 abbiamo costituito con Alessandro Galante Garrone, Ettore Gallo, Alessandro Pizzorusso, Paolo Sylos Labini,Vito Laterza, Antonio Giolitti, Giuseppe Bozzi, Roberto Borrello e Vittorio Cimiotta il “Comitato per la trasparenza delle cause di ineleggibilità parlamentare e dei conflitti di interesse”? Nobile battaglia di democrazia e di legalità sacrificata dal machiavellismo politico.
Caro Aldo, mi sento fortunato e onorato di averti conosciuto. Il tuo esempio e il tuo insegnamento mi hanno arricchito sia dal punto di vista umano che intellettuale. Lasci un grande patrimonio morale, oggi, più che mai necessario. Aldo, riposa, riposa in pace. L’impegno continua ancora anche nel tuo nome.

Vittorio Cimiotta

Per approfondire si vedano i suoi testi:

“Misurare e valutare le competenze linguistiche: guida scientifico-pratica per gli insegnanti” curato da lui e da Maria Corda Costa, La Nuova Italia, Scandicci, 1995; “Ricerca sperimentazione innovazione” scritto con Maria Corda, ERI, Roma, 1992; “Insegnare ad apprendere: un approccio evolutivo”, La Nuova Italia, Scandicci, 1988; “La scuola italiana dal 1945 al 1983”, La Nuova italia, Scandicci, 1986; “Formazione iniziale e continua degli insegnanti: problema di strutture”, La Nuova Italia, Firenze, 1979; “Pedagogia e scienze dell’educazione” con la collaborazione di Roberto Maragliano e Benedetto Vertecchi, Mondadori, Milano, 1978; “Problemi della ricerca pedagogica”, La Nuova Italia, Firenze, 1968; “Esperienza e valutazione”, La Nuova Italia, Firenze, 1966; “Scuola aperta”, La Nuova Italia, Firenze, 1962; “John Dewey”, La Nuova Italia, Firenze, 1961; “La scuola in Italia e in Europa”, Colombi, Milano, 1959; “Misurazione e valutazione nel processo educativo”, Edizioni di Comunità, Milano, 1955; “La filosofia della presenza di G. Calogero”, Edizioni di Comunità, Milano, 1948

Si vedano inoltre gli studi su di lui:

“Rileggere Visalberghi” a cura di Cristiano Corsini, Nuova cultura, Roma, 2018; “Aldo Visalberghi, dieci anni dopo”, Anicia, Roma, 2017; Giacomo Cives “Evaluation. Studi in onore di Aldo Visalberghi”, S. Sciascia, Roma-Caltanissetta, 2002

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