SALVEMINI GAETANO

 

Gaetano Salvemini nasce a Molfetta l’8 settembre 1873. Nel 1896 si trasferisce a Firenze, dove si laurea in Lettere. Si dedica agli studi medievali distinguendosi come storico con la pubblicazione del libro “Magnati e popolani in Firenze dal 1280 al 1295”.

Nell’ambiente accademico fiorentino matura la sua formazione culturale e l’impegno politico. Nel 1901 ottiene la cattedra di storia moderna a Messina. A causa del terremoto del 1908, in questa città perde la moglie, cinque figli e la sorella. Porta il dolore nell’intimo della sua vita con grande riserbo.

Successivamente si trasferisce all’Università di Pisa e in seguito in quella di Firenze. Aderisce al Partito Socialista Italiano e collabora alla rivista “Critica sociale”.

Con Pasquale Villari, Giustino Fortunato, Guido Dorso e don Luigi Sturzo diviene uno dei padri della Questione meridionale. Con la battaglia a favore dei braccianti del Sud si scontra con la linea del partito socialista che, invece privilegia la causa degli operai del Nord. Per Salvemini la Questione meridionale è un problema nazionale.

Dopo lo scandalo della Banca Romana, denunzia il malcostume dell’epoca e accusa il presidente del Consiglio Giovanni Giolitti, definendolo il “ministro della malavita”.

Alla dichiarazione di guerra dell’Italia alla Libia, per la mancata protesta dei socialisti, si dimette dal Partito e fonda il periodico “L’Unità”. Invece, nel 1914, si schiera a favore della guerra contro l’Austria allo scopo di annettere Trento e Trieste all’Italia.

Nel 1919, con una lista di ex combattenti, viene eletto deputato alla Camera e prende subito posizione contro Mussolini. A Firenze stringe un sodalizio con i fratelli Rosselli, Ernesto Rossi, Piero Calamandrei e altri, divenendo il loro maestro e la loro guida politica.

Nel 1925 con Carlo e Nello Rosselli, Ernesto Rossi, Nello Traquandi, Tommaso Ramorino e Luigi Emery, fonda il primo giornale clandestino antifascista, “Non mollare”. Arrestato l’8 giugno 1925 e rinchiuso nel carcere di Regina Coeli di Roma, viene poi trasferito nel carcere delle Murate a Firenze.

Dopo l’amnistia fugge a Parigi, dove partecipa con Carlo Rosselli e altri alla fondazione del movimento Giustizia e Libertà. Successivamente si trasferisce prima in Inghilterra e dopo negli Stati Uniti d’America. Qui ottiene la cattedra di Storia della Civiltà Italiana all’università di Harvard.

Nel 1939, insieme a un gruppo di antifascisti, fonda la “Mazzini Society” e raccoglie denaro per aiutare l’espatrio degli antifascisti dall’Italia.

Durante l’esilio americano, pubblica molti libri e svolge un’intensa propaganda antifascista.

Dopo la liberazione, nel 1947, torna in Italia e riprende l’insegnamento all’Università di Firenze.

La sua vita è un impegno costante di lotta contro l’ingiustizia e la dittatura. Di carattere fermo e ironico, è nello stesso tempo severo con se stesso e con gli altri. I suoi strali lasciano il segno e non risparmiano neanche i suoi amici del Partito d’Azione. Di questi è solito dire: “vogliono tutto e subito”, ma nello stesso tempo li chiama affettuosamente “i pazzi malinconici”.

Gaetano Salvemini è stato un importante punto di riferimento politico ed etico per tutti i democratici. In particolare con Rossi ha avuto un rapporto paterno, tanto da dirgli: “se avessi un figlio vorrei averlo come te”.

La sua cultura ha fatto scuola e la sua intransigenza morale è stata un esempio per molti. Si richiamava a Carlo Cattaneo per il suo rigore scientifico, ammirava Mazzini pur criticandone il misticismo, aborriva la filosofia dichiarandosi “concretista”. I rapporti con Benedetto Croce sono stati polemici. Qualcuno l’ha definito un nuovo Socrate.

Muore a Sorrento il 6 settembre 1957.

Vittorio Cimiotta

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Per approfondire si vedano i suoi scritti:

“Il ministro della mala vita” a cura di Sergio Bucchi, Bollati Boringhieri, Torino, 2021; “La rivoluzione del ricco” a cura di Francesco Torchiani, Bollati Borighieri, Torino, 2020; “Mussolini diplomatico”, Donzelli, Roma, 2017; “Opere” (9 vol.), Feltrinelli, Milano, 1969 – 1978; “Un comune dell’Italia meridionale: Molfetta”, Guida, Napoli, 1973; “G. B. Shaw e il fascismo”, Guanda, Parma, 1955; “Fu l’Italia prefascista una democrazia?”, La Nuova Italia, Firenze, 1952; “E’ l’Italia un paese cattolico?”, Il Nuovo Risorgimento, Bari, 1944; “Da Mosca a Napoli”, Gaetano Macchiaroli, Napoli, 1944; “Cultura e laicità”, Battiato, Catania, 1914

Si vedano inoltre gli studi su di lui:

Alice Gussoni, Renato Camurri “Gaetano Salvemini a Londra: un antifascista in esilio (1925 – 1934)”, Donzelli, Roma, 2020; Filomena Fantarella “Un figlio per nemico. Gli affetti di Gaetano Salvemini alla prova dei fascismi” prefazione di Massimo L. Salvadori, Donzelli, Roma, 2018; “Lettere americane 1927 – 1949” a cura di Renato Camurri con presentazione di Paolo Marzotto, Donzelli, Roma, 2015; “Fra le righe. Carteggio fra Carlo Rosselli e Gaetano Salvemini”, Franco Angeli, Milano, 2010; Gaetano Quagliariello “Gaetano Salvemini”, Il mulino, Bologna, 2007; “Memorie e soliloqui. Diario 1922 – 1923” a cura di Roberto Pertici, con introduzione di Roberto Vivarelli, Il mulino, Bologna, 2001; “Carteggio 1912 – 1914. Gaetano Salvemini” a cura di Enzo Tagliacozzo, Laterza, Bari, 1984; “Atti del Convegno su Gaetano Salvemini: Firenze 8 – 10 dicembre 1975” a cura di Ernesto Sestan, Il Saggiatore, Milano, 1977; Gaspare De Caro “Gaetano Salvemini”, Unione tipografico – editrice torinese, Torino, 1970

 

 

 

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