25 aprile: la festa della Liberazione
Oggi è il giorno in cui, con festa nazionale, si celebra la liberazione dell’Italia dal nazifascismo. La decisione di assumere il 25 aprile come data simbolo della Liberazione è stata presa il 22 aprile del 1946 dal primo governo De Gasperi perché da quel giorno è iniziata la ritirata dei nazisti e dei repubblichini da Torino e Milano.
L’insurrezione di Milano, centro operativo della Resistenza dell’Italia del Nord, ancora sotto il giogo delle truppe di occupazione tedesche, inizia però il giorno prima.
Il 24 aprile 1945 un gruppo di gappisti della Brigata Garibaldi si scontra con dei militi fascisti, si accende un’insurrezione e nel pomeriggio del 24 muore per prima Gina Galeotti Bianchi, esponente comunista dei Gruppi di difesa della donna. Mentre scoppia la rivolta, Leo Valiani, Sandro Pertini ed Emilio Sereni a nome del Comitato di Liberazione dell’Alta Italia (CLNAI) danno ordine di far partire lo sciopero insurrezionale a partire dalle ore 13 del giorno successivo. Nella notte, i Gap assaltano a Niguarda la sede della Guardia Nazionale Repubblicana, la polizia militare istituita dalla Repubblica sociale italiana nel dicembre del 1943, e la Brigata Matteotti insieme a una squadra della divisione Pasubio occupano l’autocentro della polizia in via Castelvetro mentre un altro gruppo guidato dall’azionista Egidio Liberti e dal socialista Sandro Faini attaccano il parcheggio dei blindati tedeschi alla Fiera campionaria.
Alle 8 del mattino del 25 aprile, il CLNAI, nominato presidente il socialista Rodolfo Morandi, si riunisce e decide all’unanimità l’insurrezione e si assume tutti i poteri dei CLN regionali, provinciali e cittadini. In contemporanea si riunisce. il Corpo volontari della libertà. Tra mezzogiorno e le prime ore del pomeriggio tutte principali fabbriche milanesi e del circondario sono occupate dalle Squadre di azione patriottica (Sap). Scontri a fuoco si verificano in diverse fabbriche e alla Om durano per delle ore, vengono occupate le sedi dei maggiori quotidiani nazionali e si stampano le edizioni speciali dell’«Unità», quotidiano del Pci, dell’«Avanti!», giornale dei socialisti, e di «Italia Libera», organo del Partito d’Azione. Alle ore 17, Mussolini, sperando di poter trattare la resa, incontra all’Arcivescovado il generale Cadorna ed alcuni rappresentanti del CLNAI e durante una pausa si allontana con numerosi gerarchi e scortato dalle SS e parte alla volta di Como deciso a raggiungere la Svizzera (ma verrà raggiunto e giustiziato insieme a Claretta Petacci ed agli altri 15 gerarchi).
All’Alba del 26 aprile il 4° battaglione della Guardia di Finanza guidato dal generale Alfredo Malgeri prende possesso del Palazzo della prefettura, dopo una sparatoria con un gruppo di repubblichini, e i l’azionista Riccardo Lombardi e il socialista Antonio Greppi sono nominati prefetto e sindaco della città. Alle ore 9 il comandante delle brigate Matteotti Corrado Bonfantini, comunica alla radio che Milano è libera. Seguiranno gli ultimi violenti scontri alla Innocenti di Lambrate che i tedeschi tentarono di rioccupare e in piazza Napoli dove una dozzina di fascisti della Guardia nazionale repubblicana si asserragliarono in un palazzo e poi furono arrestati e fucilati per aver seviziato in passato molti partigiani.
Il giorno dopo i primi 600 partigiani della divisione Garibaldi Gramsci, le brigate della Valsesia entrano vittoriosi a Milano. Le prime truppe americane entreranno in città il 29 aprile.
Milano e i paesi del circondario avevano dato alla guerra di Liberazione 277 combattenti caduti e 274 feriti ma avevano ucciso 1786 nazifascisti, ne avevano feriti 1041 e fatti prigionieri 290.
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Fonti:
Luigi Borgomaneri, «Milano»in «Dizionario della Resistenza» a cura di Enzo Collotti, Renato Sandri e Frediano Sessi, Vol. I, Einaudi, Torino, 2019
Massimo Rendina, «Dizionario della Resistenza italiana», Editori riuniti, Roma, 1995