7 gennaio 1944
Con l’inganno anche una squadra partigiana di Genzano riesce a recuperare alla B.P.D. materiale esplosivo. Ripetendo l’azione nei giorni successivi. Entrando così in possesso di 28 sacchi di esplosivo, ciascuno di 25 chilogrammi.
A Pietralata, 1.200 persone cadono nelle mani naziste in un rastrellamento. 242 di loro vengono deportate in Germania.
I gappisti di Tor Pignattara, mentre trasferiscono, per nasconderli, alcuni prigionieri inglesi e sudafricani, si scontrano a Centocelle con una pattuglia della PAI (Polizia Africa Italiana) e la disarmano.
L’attività di spie e delatori è sempre più intensa. Il vicesegretario nazionale del Pfr e segretario federale romano Giuseppe Pizzirani[1], inoltra al comando di Kappler tre informative con le quali si denunciano rispettivamente il nascondiglio dell’ebrea Miriam Di Cave e della sua famiglia, il gestore della trattoria “Tarantola” per attività antirepubblicana e antigermanica e tale Vincenzo Belloni quale appartenente ad una banda di comunisti del Tiburtino III. Segnalando anche ove si riunisce detta banda[2]. Sulla via Appia lancio di bombe incendiarie contro un camion tedesco.
Aldo Pavia
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[1] Giuseppe Pizzirani, nato nel 1895. Volontario negli Arditi durante la prima guerra mondiale. Partecipa alla marcia su Roma. Federale fascista a Rovigo, Pistoia e dell’Albania. Commissario straordinario della Federazione dell’Urbe. Chiamato a sostituire Bardi dopo il suo arresto. Il 10 febbraio 1944 nominato vicesegretario del Partito Fascista Repubblicano. A Roma gli succede Renato Pasqualucci
[2] Viene indicata come covo l’osteria “Vino”, tra una latteria e un fornaio in via del Badile. Persone sospette si riunivano anche nel Dopolavoro della stessa borgata.