4 gennaio 1944

Viene arrestato don Giuseppe Morosini[1], in via Pompeo Magno, mentre stava rincasando con il suo ex alunno Marcello Bucchi[2]. Venduti ai tedeschi per 70.000 lire da Dante Bruna, spia della Gestapo[3]. Don Morosini viene portato a via Lucullo[4] e dopo qualche giorno a Regina Coeli, accusato di traffico d’armi per i partigiani e di spionaggio per gli Alleati. Imprigionato nel III° braccio tedesco, nella cella 382. Più volte sottoposto a duri interrogatori, non cede e non fa nomi. Il 22 febbraio, dopo un processo farsa durato non più di venti minuti, viene condannato a morte. Marcello Bucchi, condannato a dieci anni di lavori in Germania, verrà invece assassinato alle Cave Ardeatine.

Da Regina Coeli vengono deportati 335 prigionieri politici. 257 di loro verranno imprigionati nel KL Mauthausen. Tra loro i fratelli Gino e Pietro Valenzano, nipoti di Badoglio, Filippo D’Agostino[5], uno dei fondatori del Partito Comunista e Valrigo Mariani[6]. Nonché 11 gli ebrei.[7] Con questo trasporto giungono a Mauthausen anche gli arrestati a Pietralata: Franco Venturelli[8], Pietro Gismondi, Fausto Iannotti[9], Mario Prestinicola, Alfredo Petrucci[10], Gaetano Nugnes, Guglielmo Mattiozzi, Antonio Risi[11], Pietro Mancini, Carlo Maccione[12]. Con loro anche Fernando Nuccitelli.[13]

Aldo Pavia

(nella foto Don Giuseppe Morosini)

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[1] Don Giuseppe Morosini (1913-1944), ciociaro di Ferentino, ordinato sacerdote nel 1937. Prete della Congregazione della Missione. Nel 1941 cappellano militare in Croazia, a Laurana, allora provincia di Fiume. Dopo il bombardamento del 19 luglio 1943 direttore dell’Opera sinistrati che aveva accolto alla Scuola Pistelli 150 bambini delle zone bombardate. Don Morosini era assistente spirituale della “Banda Fulvio Mosconi” del FCMR. Circa un mese prima dell’arresto era entrato in possesso, fornitogli da un capitano austriaco dell’ufficio Operazioni della Wehrmacht, del piano di schieramento delle forze tedesche a Montecassino, facendolo avere al comando americano. In carcere, don Morosini, don Peppino, scrive una “Ninna Nanna” per il commerciante comunista Epidemio Liberi, che la farà avere alla moglie in attesa del terzo figlio. Don Morosini verrà fucilato a Forte Bravetta il 3 aprile 1944.  Medaglia d’Oro al Valor Militare. Anche Liberi verrà assassinato alle Ardeatine.

[2]  Marcello Bucchi verrà condannato a 10 anni di carcere duro in Germania

[3] Dopo la fucilazione di Don Morosini, Radio Bari nella trasmissione “L’Italia combatte”, farà conoscere agli italiani il nome della spia e la sua responsabilità nella morte del sacerdote. Per l’importanza e le funzioni delle radio libere nell’Italia occupata dai nazisti e nella Guerra di Liberazione, vedi: Lanotte Gioachino “Il quarto fronte”. Morlacchi Editore 2012.

[4] In via Lucullo 6 vi era la sede del Tribunale di Guerra Germanico. Inizialmente la sede era all’Hotel Flora in via Veneto.

[5]  Moglie di Filippo D’Agostino era Rita Majerotti (1876-1960). Maestra elementare, socialista. Dal 1915, a Bari, si impegna soprattutto a difesa delle lavoratrici della Manifattura Tabacchi. Passa nelle file del PCd’I. Nel novembre 1922 partecipa a Mosca al IV° Congresso dell’Internazionale. Rientrata in Italia viene arrestata con il marito. Nel 1925, con il marito, decide di emigrare in Francia e Belgio. Poi in Italia viene condannata a 4 anni di reclusione, rimanendo al confino fino al 1932.  Medaglia d’Argento al Valor Militare.

[6] Valrigo Mariani (1907-1944). Proprietario di una latteria a San Lorenzo, chiusa nel 1936 perché accusato di rapporti con i comunisti. Schedato al Casellario politico quale comunista. Dopo lo scoppio della guerra, internato a Manfredonia. Arrestato a Roma il 19 dicembre 1943, incarcerato a Regina Coeli. Deportato a Mauthausen, morto ad Hartheim l’1 settembre 1944

[7] È ragionevole pensare che l’inserimento di 11 ebrei in un trasporto per Dachau e Mauthausen fosse dovuto al fatto che il campo di raccolta di Fossoli non era ancora funzionante e che il loro numero era troppo limitato per giustificare da parte delle SS un trasporto per Auschwitz-Birkenau. Mario Limentani è l’unico ebreo superstite, ancora vivente.

[8] A Mauthausen, Venturelli riceverà la matricola 42221. Sopravvissuto allo sterminio, una sua intensa testimonianza  è stata raccolta dai ragazzi di Casal Bertone nel 1998 ed appare nel dvd “Ritratti da un’ intervista a Franco Venturelli”. AISC Associazione Internazionale di Scienza e Cinematografia.

[9]  Morto ad Ebensee.

[10] Mauthausen matricola 42164. Assassinato ad Hartheim il 26 settembre 1944.

[11] Mauthausen matricola 42174. Assassinato ad Hartheim il 2 novembre o il 2 dicembre 1944.

[12] Mauthausen matricola 42129. Morto a Ebensee il 14 marzo 1945.

[13] Fernando Nuccitelli, comunista. Nel 1928 condannato dal Tribunale speciale a 4 anni e 6 mesi di carcere. Scontata la pena, riprese la sua attività antifascista. Nuovamente arrestato e condannato, dopo l’8 settembre 1943 fu tra gli organizzatori della Resistenza romana, nella zona del Pigneto. Arrestato nel dicembre 1943. Mauthausen matricola 42154. Morto a Ebensee il 23 marzo 1944.

 

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