3 giugno 1944: Le formazioni partigiane dei Castelli entrano in azione, collaborando attivamente alla liberazione di Roma
Al mattino, i tedeschi fanno saltare in aria la polveriera del Forte Tiburtino.
Il CLN, all’unanimità ritiene opportuno rinunciare all’insurrezione popolare.
Le formazioni partigiane dei Castelli entrano in azione, collaborando attivamente alla liberazione di Roma. A Zagarolo i nuclei partigiani Garbuglia, Passeri e Bonaccorsi si scontrano in una battaglia di vaste proporzioni con le retroguardie tedesche. La formazione di Fontana di Sala, al comando di Aurelio Del Gobbo e del tenente Gerardo Cascone, cattura 35 tedeschi sulla Via Nettunese.
La formazione di Marino sulla via dei Due Laghi cattura numerosi soldati tedeschi e requisisce una notevole quantità di materiale bellico.
Le vie consolari, Appia, Casilina e Nettunense, nonché quelle dell’Agro Romano, sono sotto l’attacco partigiano e sempre più intasate da mezzi tedeschi in fuga, in chiara difficoltà e in molti casi allo sbando. Per bloccare l’avanzata alleata e l’attività partigiana i tedeschi fanno saltare il grande ponte di Ariccia.
Militari della PAI vengono disarmati nei pressi del Foro Mussolini.
Una squadra Matteotti attacca una autocolonna tedesca a Monte Mario.
A Forte Bravetta, la Gestapo fa fucilare dai militi della PAI i partigiani del FCMR Fortunato Caccamo[1], Emilio Scaglia[2], Costantino Ebat[3], Giovanni Lupis, Mario De Martis e Guido Orlanducci.
Viene arrestato il ferroviere Roberto Luzzitelli, colpevole di aver “sminato” il Ponte delle Nove Luci.
La Banda di Collepardo[4] che aveva portato a termine numerose azioni di sabotaggio sulla Prenestina, sostiene un conflitto a fuoco con un reparto di 800 alpini tedeschi in ritirata. Il giorno dopo arresta tutti i fascisti delle amministrazioni della zona di Collepardo e di Veroli.
Una pattuglia tedesca in ritirata, a Porta Maggiore abbandona un carro armato in avaria. Il capo equipaggio, incurante della presenza di un gruppo di donne e bambini, lancia una bomba a mano per distruggerlo. Il carro prende fuoco e le munizioni in esso contenute esplodono. A terra rimangono una trentina di corpi, tra morti e feriti. In via Galeazzo Alessi i partigiani della Banda Rossi catturano 22 soldati tedeschi Una donna viene uccisa a Monteverde dai tedeschi in ritirata.
Nella notte, al nono chilometro della Trionfale, un gruppo di GAP attacca un camion tedesco carico di uomini e munizioni. Dopo un breve scontro a fuoco, 14 soldati tedeschi (due le SS) vengono uccisi.
Lungo via della Nebbia, i tedeschi si arrendono ai gappisti. Vengono portati alla caserma Ulivelli, alla borgata Ottavia, e poi consegnati ad una pattuglia americana. Achille Grandi , Emilio Canevari e Giuseppe Di Vittorio firmano il “Patto di Roma” per l’unità sindacale.
Aldo Pavia
(nella foto Emilio Canevari, Achille Grandi e Giuseppe Di Vittorio)
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[1] Fortunato Caccamo era un carabiniere della Legione di Roma. Arrestato il 7 aprile 1944, mentre trasportava documenti. Imprigionato per 37 giorni a via Tasso. Condannato a morte il 9 maggio 1944. Medaglia d’Oro al Valor Militare.
[2] Agente di PS.
[3] Costanzo Ebat, Tenente colonnello di artiglieria, Medaglia d’Oro al Valor Militare.
[4] La banda di Collepardo, sin dalla sua costituzione, era collegata con la Giunta Militare Centrale e con la zona di Palestrina, ove si trovava un efficiente Comando di zona diretto dai fratelli Lucio e Ignazio Lena e da Mario Sbardella.