26 settembre 1943: Kappler convoca il presidente della Comunità israelitica di Roma, intimando la consegna, entro 36 ore, di 50 chili d’oro

Infuriato per il fallimento del bando per il lavoro in Germania, Kesselring ordina che gli vengano messi a disposizione 30.000 lavoratori entro il 5 ottobre.

Nel suo diario, a questa data, l’antifascista Umberto Ferrari scrive:” Addio Roma Città Aperta! Si profila nei nostri ricordi la sorte di Stalingrado”.[1]

Kappler convoca nel suo ufficio di Villa Wolkonsky il presidente della Comunità israelitica di Roma, Ugo Foà, ed il  presidente dell’Unione delle Comunità Dante Almansi, intimando la consegna, entro 36 ore, di 50 chili d’oro. Se ci  non avverrà, 200 capifamiglia ebrei verranno deportati. L’oro verrà consegnato ma ci  non eviterà la razzia del 16 ottobre 1943.

Aldo Pavia

(nella foto Villa Wolkonsky)

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[1] Mario Avagliano, op. cit. pag. 173.

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