26 marzo 1944: un messaggio di Papa Pio XII condanna l’azione dei partigiani

Sull’ “Osservatore Romano”, in un commento attribuibile al Papa e comunque al suo pensiero, si condanna la violenza che colpisce le “vittime” (i tedeschi) ad opera dei “colpevoli” ( i partigiani), definendo i capi della Resistenza “irresponsabili” mentre “responsabili” sono fascisti e nazisti.

Sull’Unità clandestina, il Comando Regionale delle Brigate garibaldine, da cui dipendevano i GAP, pubblica un comunicato  affermante che “il dovere di tutti gli italiani è di colpire senza esitazione il nemico, in ogni momento, negli uomini e nelle cose”. Affermando anche che la lotta contro gli obiettivi nazifascisti era una attività di guerra e che le azioni partigiane avrebbero avuto fine solo alla liberazione della città dall’occupazione nazista.

Un GAP garibaldino, in via del Fosso di Centocelle, cattura un sottoufficiale dei battaglioni M.

Chiodi vengono sparsi sulla via Tuscolana, sulla Casilina e sulla Prenestina. Vengono lanciate bombe a mano sui militari tedeschi dei camion bloccati.

Il giornale clandestino “Nostra Lotta”, pubblica il testo di un volantino diffuso dagli studenti universitari in cui, richiamato il sacrifico di Massimo Gizzio, si invitano gli studenti a lasciare immediatamente le aule non appena vi entreranno  fascisti.

Aldo Pavia

(nella foto Papa Pio XII)

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