20 maggio 1992 muore Giorgio Agosti

I ragazzi di Via Parini

La mattina del 16 febbraio1926 il Professore Umberto Cosmo entrò nell’aula della seconda A del Liceo D’Azeglio con il giornale aperto e la voce rotta dall’emozione. Aveva appena appreso che a Parigi, in seguito alle percosse dei fascisti, era morto Piero Gobetti, uno dei suoi migliori allievi in quelle stesse aule, pochi anni prima.

“Un’impressione che non mi si è più cancellata dalla memoria. Eppure allora non sapevo chi fosse Gobetti, forse non lo avevo sentito mai nominare”, annoterà Norberto Bobbio, quel giorno seduto tra i banchi. Fu la prima presa d’atto di una dimensione politica oltre il privato, il dischiudersi di una coscienza civile, che si svilupperà attraverso gli studi, le frequentazioni, l’esperienza. In aula c’erano, tra gli altri, Leone Ginzburg e Giorgio Agosti; poco distante, nelle aule della sezione B, dove insegnava il mitico Augusto Monti, c’erano Cesare Pavese, Massimo Mila, Vittorio Foa, Leonardo Pestelli, Giancarlo Paletta: i ragazzi di Via Parini, una irripetibile concentrazione di personalità che avrebbero segnato la vita culturale e politica del Novecento, disperdendosi in diversi luoghi e campi di attività, ma sempre ritrovandosi unite, fino alla fine, da una solida trama di relazioni affettive. Scrisse Bobbio: “la società di amici è la società etica per eccellenza”.

Giorgio Agosti è nato a Torino il 17 ottobre 1910 ed è deceduto nella stessa città il 20 maggio 1992. È stato magistrato e dirigente industriale e culturale, protagonista della Resistenza in Piemonte quale commissario politico regionale delle formazioni di Giustizia e Libertà, questore di Torino liberata sino al febbraio del 1949.

Dopo il liceo, si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza, avvicinandosi al movimento Giustizia e Libertà. Divenuto Magistrato, svolse il suo incarico con fermo carattere e, nel pieno della dittatura fascista, mantenne contatti in Francia con Carlo Rosselli. Nel 1942, a Torino, fu tra i fondatori del Partito d’Azione.

Partigiano a fianco di Duccio Galimberti e Dante Livio Bianco con il nome “Filippo Mimosa”, fu Commissario politico regionale delle formazioni Gl. Alla Liberazione fu nominato dal CLN Questore di Torino. Collocato a riposo dalla Magistratura, fu nominato Consigliere onorario di Corte d’Appello.

Divenuto successivamente dirigente della SIP (Società Idroelettrica piemontese) e quindi dell’ENEL, nel dopoguerra svolse a Torino una importante funzione culturale , quale Vice Presidente del Centro Studi Piero Gobetti, e quindi come Presidente del Museo del Risorgimento e, dal 1974, quale Presidente dell’Istituto storico della Resistenza Piemonte (ISTORETO), che dal 2004 è a lui intitolato.

Quando, ultimo rimasto tra i Questori politici, nel 1948. si congedò, erano gli anni del disincanto. Il Partito d’Azione si è dissolto, molte illusioni sono cadute, in primis quella di un reale rinnovamento della vita civile italiana .

Agosti denuncia “il desiderio di dimenticare, di mettere tutti sullo stesso piano, di ridurre a pura fazione politica quella che è stata soprattutto una rivoluzione morale. Per questo, le calunnie contro i partigiani trovano tanti orecchi compiaciuti; per questo si crea il mito dei ‘massacri indiscriminati del nord’ e si tende a considerare tutti i caduti, dell’uno e dell’altro campo, come vittime inutili di una inutile guerra civile”.

“Era un uomo di straordinaria tenacia, che riusciva a guardare il mondo con lucida preveggenza”, disse la figlia Paola e “qualche volta penso che sia stato fortunato a morire nel 1992, perché almeno lui non ha dovuto subire l’onta di vedere questa Italia di Berlusconi”.

E’ morto a Torino il 20 maggio 1992.

Rimane vivo il ricordo di un Uomo che seppe non piegarsi, avendo sempre la schiena “dritta”. Rimane quel che scrisse nel 1955 nel suo Diario: “Bisogna ripensare ad occhi chiusi ai volti dei nostri morti, dei torturati, dei deportati, per ritrovare l’esatta misura delle cose”.

Il dovere della memoria.

Antonio Caputo

 

Per approfondire:

A cura di Alessio Bottai “Tra amicizia e solidarietà antifranchista. Giorgio Agosti, Franzo Grande Stevens e José Martinez”, Franco Angeli, Milano, 2019; Paolo Borgna “Il coraggio dei giorni grigi. Vita di Giorgio Agosti”, Laterza, Bari, 2015; Giorgio Agosti, Dante Livio Bianco “Un’amicizia partigiana1943-1945” con Prefazione di Giovanni De Luna, Bollati Borighieri, Torino, 2007; Giorgio Agosti “Il tempo del furore. Diario 1946-1988”, Einaudi, Torino, 2005; a cura di Camilla Bergamaschi e Paola Agosti “Giorgio Agosti nelle lettere ai familiari dal 1915 al 1987”, Edizioni Inside out, Torino, 2004

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