20 gennaio 1944

La spia Franco Sabelli[1] fa catturare un giovane partigiano di 17 anni, Luigi Selva del Partito d’Azione. Portato a via Tasso, lungo il tragitto, il Selva tenta la fuga ma colpito da 5 colpi di pistola sparati dal Sabelli, muore il giorno dopo all’Ospedale San Giovanni.

La polizia fascista arresta il dottor Ettore Basevi[2] e l’avvocato Mario Bontempi del FCMR e il personale della tipografia Minervini, in via del Governo Vecchio, che verrà poi rilasciato dopo 40 giorni di prigionia a Regina Coeli.

In Piazza dei Mirti, due squadre partigiane scrivono sui muri frasi inneggianti alla Resistenza. Nella piazza viene anche tenuto un comizio. In uno scontro con i fascisti viene ucciso un repubblichino e rimane ferito il gappista Arnaldo Conforti.

I nazifascisti dispongono che tutti gli uomini disoccupati, tra i 16 e i 60 anni, vengano inviati al lavoro obbligatorio. Verranno ritirate le tessere annonarie a chi non si presenterà e ai loro familiari.

Fucilati a Forte Bravetta Salvatore Petronari[3] (PCI di Testaccio) e Andrea Franceschetti.

Peter Tompkins, arrivato a Roma, organizza il servizio di spionaggio dell’OSS (Office of Secret Service).

Aldo Pavia

 

(nella foto la fucilazione di Franco Sabelli a Forte Bravetta)

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[1] Franco Sabelli, giovane romano di padre italiano e madre tedesca. Nazista convinto, dopo l’8 settembre 1943 si arruolò nelle SS. Dopo la guerra condannato per collaborazionismo e fucilato a Forte Bravetta il 26.6.1945.

[2] Capo della Sezione Stampa del Fronte Clandestino Militare, con l’aiuto del capitano della Guardia della Finanza Ernesto Argenziano e dall’ispettore di polizia Arturo Musco, riuscì a falsificare mezzo milione di carte annonarie, 50.000 carte di identità, 1.000 certificati di battesimo per gli ebrei e molti altri documenti. Era coinvolta in queste operazioni anche la tipografia Aurora in vicolo della Pasta. Mario Avagliano, op.cit. pag.27.

[3] Salvatore Petronari, anarchico e negli “Arditi del Popolo”. Arrestato due volte per tentato espatrio clandestino.  Nel 1937, denunciato per vilipendio del regime, inviato al confino alla Tremiti, fino al dicembre 1938.

 

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