2 novembre 1943: la polizia tedesca arresta il fioraio Agostino Raponi presso il cui negozio si riunivano i partigiani comunisti
La polizia tedesca irrompe nei locali di via Catanzaro 1, dove, nel negozio di fioraio di Agostino Raponi[1], aveva sede il Comando della Va Zona dei partigiani comunisti. I partigiani, tra cui Enrico Socrate, riescono a fuggire. Raponi per non fare arrestare la moglie e la figlia, esce dal nascondiglio in cui aveva cercato scampo e si consegna alle SS che lo portano a via Tasso[2].
Aldo Pavia
(nella foto Agostino Raponi)
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[1] Agostino (Augusto) Raponi (1907- 1976). Comandava il I° settore di piazza Bologna e l’organizzazione della Va zona partigiana del PCI. Portato a via Tasso, vi incontra i fratelli Valenzano, nipoti di Badoglio, deportati poi, agli inizi di gennaio 1944, a Mauthausen. Il suo primo arresto avvenne il 31 gennaio 1941 ad opera della polizia politica. Di nuovo arrestato il 18 febbraio dello stesso anno. Rilasciato il 17 marzo 1941 con una ammonizione di 20 mesi. In quanto appartenente al gruppo comunista “Scintilla” arrestato il 2 dicembre 1942. Dopo 6 mesi di carcere deferito al Tribunale Speciale. Dimesso dal carcere, alla caduta del fascismo, il 7 agosto 1943. Il Gruppo “Scintilla” era nato nei primi mesi del 1940, prendendo il nome dal giornale degli emigrati russi socialisti “Iskra” (scintilla), pubblicato a Lipsia nel 1900, il cui motto era “Da una scintilla nascerà un incendio”. Il giorno prima dell’eccidio delle Ardeatine, grazie al professor Giusto Fegiz, lasciato il carcere di Regina Coeli, venne ricoverato all’ospedale Forlanini, scampando così alla morte. Franca Raponi, “Scintilla nella Resistenza romana”. Edizioni Associate 2011.
[2] A via Tasso 155 erano insediati l’Einsatzkommando der SIPO und des Stadt Rom (comando di sicurezza e di polizia di Roma), SS e Gestapo.