14 marzo 1944: viene arrestato Michele Bolgia, un ferroviere socialista

A conoscenza che un ufficiale italiano al servizio delle SS, responsabile della cattura di diversi partigiani, stava per lasciare Roma, un GAP   aveva avuto l’incarico di eliminarlo. Segnalati alle SS da un’ altra spia italiana, vengono arrestati, nelle vicinanze di piazza Fiume, Valerio Fiorentini, Carlo Camisotti, Lucio Sbrolli e Paolo Angelici. Portati a via Tasso, Fiorentini, Angelici e Camisotti verranno assassinati alle Ardeatine.

In via dell’Acqua Bullicante le SS irrompono nel laboratorio del Comandante dei GAP dell’VIII Zona garibaldina, Pilade Forcella. Non trovandolo e non trovando neppure armi, arrestano i garibaldini  Orazio Corsi, Mario Passarella, Alessandro Portieri, Egidio Checchi, Mario Corsi e Renato Cantalamessa. Verranno assassinati alle Ardeatine, ad esclusione di Mario Corsi.

Il Comando di Zona dei GAP decide che Luigi Forcella, il Commissario Politico Nino Franchellucci e altri 21 partigiani ormai identificati dai nazifascisti lascino la città e si rechino a Poggio Mirteto, in Sabina, entrando a far parte della “Brigata autonoma Stalin”.

800 morti e 2.000 feriti per un bombardamento alleato su Prenestino, Nomentano, Tiburtino, Tuscolano.

Viene arrestato Michele Bolgia, un ferroviere socialista che alla stazione Tiburtina apriva i vagoni piombati con ebrei e altri prigionieri per permettere loro la fuga. Imprigionato a via Tasso, verrà assassinato alle Ardeatine con altri 5 ferrovieri.

Badoglio annuncia che l’Unione Sovietica riconosce il governo monarchico italiano. [1]

Aldo Pavia

(nella foto Michele Bolgia)

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[1] Michele Bolgia (1894-1944). Oltre a far fuggire persone che stavano per essere deportate, dava anche informazioni sui treni in partenza o in transito dalla stazione Tiburtina e diretti in Germania.  Aveva già perso la moglie Maria Cristina sotto il bombardamento di San Lorenzo, il 19 luglio 1943. Il figlio Giuseppe e la sorella seppero della tragica fine del padre solo il 5 aprile, quando vennero sollecitati a recarsi in via Tasso, per ritirare i suoi effetti personali. Naturalmente erano scomparsi gli oggetti di valore. I resti mortali di Bolgia furono riconosciuti grazie ad un orologio che il figlio ricordava bene. Medaglia d’Oro al Merito Civile e insignito del titolo di “Giusto tra le nazioni” da Israele.

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