di Marie-Castille Mention-Schaar. Drammatico, 2014 Francia 105’
Una volta nella vita è un film tratto da una vicenda realmente accaduta, incentrato sul tema della Memoria e sull’integrazione nelle società multiculturali. È anche un omaggio al fondamentale ed eroico ruolo degli insegnanti, che con passione e dedizione riescono, fra mille difficoltà, a tramandare il testimone dell’impegno civile. Il titolo francese è appunto Les héritiers (gli eredi), a rimarcare l’importanza dell’eredità delle testimonianze condivise.
La storia è ambientata nella multietnica Francia dei giorni nostri, cantiere di una giurisdizione finalizzata al mantenimento dei valori civili e avanguardia di convivenze multietniche e multireligiose, non sempre distese e animate da conflitti sociali.
Siamo nel liceo “Léon Blum”, nella periferia parigina, e seguiamo le vicende di una docente con una profonda vocazione per l’insegnamento, che guida una classe di bulli indisciplinati, scarsi nello studio ed in continuo conflitto interno, anche per motivi razziali e religiosi. La professoressa di storia Anne Gueguen però non si scoraggia mai, e propone alla sua classe, l’ultima per rendimento, di partecipare al Concorso Nazionale della Resistenza e della Deportazione (CNRD), indetto ogni anno dal Ministero della Pubblica Istruzione a partire dal 1961.
Nonostante le perplessità del preside dell’istituto e il poco entusiasmo iniziale degli studenti, le ragazze ed i ragazzi della classe sembrano intraprendere un inconsapevole cammino verso la maturità, aiutati dalla lungimirante didattica dell’insegnante, dalle visite ai memoriali e dalla testimonianza diretta di un vero sopravvissuto ai campi di sterminio. Il film vanta infatti la partecipazione straordinaria di Léon Zyguel, parigino classe 1927, deportato nel ’42 ad Auschwitz e poi a Buchenwald appena quindicenne. Figlio di ebrei polacchi emigrati in Francia, Zyguel, sopravvissuto alla Shoah, si è impegnato nel corso di tutta la vita a testimoniare l’esperienza vissuta nei campi nazisti. Ha interpretato sé stesso in questo film, in una delle scene più toccanti, in cui oltre a raccontarsi agli studenti legge il Giuramento di Buchenwald.Scomparirà nel 2015, poco tempo dopo l’uscita del lungometraggio in Francia.
Contro ogni probabilità, arriveranno anche delle soddisfazioni per la classe della nostra infaticabile professoressa, la cui vicenda professionale conferma l’importanza cruciale dell’insegnamento delle responsabilità individuali nella società. Lo studio dei campi di concentramento nazisti, il confronto in gruppi e le riflessioni interne porteranno a risultati inaspettati.
Tornando alla funzione didattica appare evidente che di fronte a temi importanti e coinvolgenti la risposta umana delle persone sia sempre certa, e che la Memoria diventi un vero e proprio collante multiculturale, propulsore di impegno civico per le nuove generazioni.
La sceneggiatura ha il merito di consegnarci un focus sugli istituti scolastici, con una visione pragmatica dell’integrazione, e rende questo progetto cinematografico un prezioso strumento socio-antropologico per i formatori, pur rimanendo fruibile per un pubblico più vasto.
Nel cast troviamo Ariane Ascaride nel ruolo della docente; Ahmed Dramé, Noémie Merlant e Geneviève Mnich insieme ad un gruppo di giovani attori studenti. Fra questi fu proprio Dramé, nel 2012, a contattare la regista proponendo di trattare la storia della sua classe e della professoressa Anne Anglès. La colonna sonora è stata invece affidata al compositore e pianista italiano Ludovico Einaudi.
di Alessandro Calisti