di Paolo e Vittorio Taviani
Drammatico, storico Ita 84’ 2017

Tratto dall’omonimo romanzo di Beppe Fenoglio, pubblicato nel 1963, Una questione privata vede nel cast la partecipazione di Luca Marinelli, Valentina Bellè, Lorenzo Richelmy, Anna Ferruzzo, Guglielmo Favilla, Francesca Agostini e Francesco Turbanti.

Il periodo storico in cui si sviluppa la trama è la guerra partigiana, un tema già affrontato nel Partigiano Johnny e che è stato trattato da Beppe Fenoglio con appassionata lucidità.

Un’ambientazione rarefatta, il tempo scandito da un ritmo lento. Il protagonista, Milton, è un giovane partigiano impegnato nella Resistenza ad Alba, e vive fra missioni e pattugliamenti della brigata, costantemente in allerta per evitare gli attacchi dei nazifascisti, spesso sotto la pioggia o nelle dense nebbie delle langhe piemontesi. Attraverso frequenti flash back, Milton ricorda il tempo trascorso con Fulvia, ragazza dal carattere solare di cui è innamorato con cui non riesce a dichiararsi in modo esplicito, e con l’amico d’infanzia Giorgio, molto disinvolto nei confronti della ragazza e meno riflessivo.

All’inizio del film Milton raggiunge la casa di Fulvia, da tempo trasferitasi a Torino per sfuggire ai pericoli della guerra civile. La governante, rimasta a custodire la villa, riconosce il giovane e gli confida, dopo un commosso scambio di ricordi, di aver visto tante volte la ragazza proprio con Giorgio. Fulvia infatti, amica di entrambi, sembra nutrire un interesse sincero per il primo, ma anche una forte attrazione per il secondo.

Sconfortato e angosciato, Milton cerca di raggiungere l’amico d’infanzia e rivale in amore, per chiedere chiarimenti; Giorgio però è arruolato in un’altra brigata partigiana di zona. Mentre è sulle sue tracce, scoprirà in breve tempo che è stato catturato dai fascisti. Sgomento per le sorti dell’amico farà tutto il possibile per salvarlo, anche cercando un fascista da scambiare, come allora accadeva spesso.

Si susseguono ancora le scene con i ricordi del passato, sempre più lontane da un presente fatto di nebbia e dal frastuono della guerra, che lentamente si manifesta in modo più insistente, e rende il protagonista trasognato, fra il costante rimorso per il fallimento della sua relazione, e il desiderio di sublimare quello che ha davanti agli occhi. Una fotografia impeccabile, che ci catapulta efficacemente in quei territori e fa da cornice all’orrore delle rappresaglie, alla follia delle esecuzioni.

C’è spazio anche per il dramma e il peso di dover eseguire gli ordini per ragazzi poco più che adolescenti, divisi dal credo politico. Finché, quasi in una sorta di catarsi, Milton sembra lasciarsi per un attimo tutto alle spalle; i “ragni neri” che lo inseguono, le delusioni amorose, l’angoscia per le sorti dell’amico. Ma è solo un attimo: nonostante la consapevolezza e la gioia di essere ancora vivo, il giovane partigiano svanisce ancora una volta nelle nebbie di un futuro incerto.

Dopo La notte di San Lorenzo del 1982, i fratelli Paolo e Vittorio Taviani raccontano insieme la Resistenza per l’ultima volta; Paolo, infatti, scomparirà solo qualche mese dopo l’uscita del film. Tra i riconoscimenti, il nastro d’argento nel 2018. Un lavoro esteticamente elegante, che testimonia l’impegno dei fratelli registi e sceneggiatori nel tener viva la memoria storica e nell’offrire al pubblico nuovi spunti di riflessione sulla Resistenza.

di Alessandro Calisti

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