Quando nel 1969 Ferruccio Parri fondò la rivista Lettera ai Compagni, il Comitato di redazione – composto dallo stesso Parri, da Gaetano Arfè, Simone Gatto, Lamberto Mercuri, e Leo Valiani – diede risalto al collegamento tra le generazioni al fine di non disperdere il patrimonio di lotte e di valori. Quello resistenziale (1943-1945) e quello dei giovani di allora portatori della ribellione del ’68. Ulteriori contributi arrivarono alla rivista da Enzo Enriques Agnoletti, Tristano Codignola e Sandro Galante Garrone. Il nuovo millennio non ci ha risparmiato da conflitti e guerre lontane e vicine all’Europa. Questioni ambientali e sociali minano la sopravvivenza e la vita del Pianeta. Aldo Aniasi è stato un ambientalista concreto e attento realizzatore di riforme sociali prima come sindaco di Milano e poi come parlamentare, ministro e vice presidente della Camera. Presidente della Fiap a metà degli anni Ottanta e fino alla sua morte nel 2005, il comandante Iso è stato direttore responsabile di Lettera ai Compagni nell’ottica delle nuove istanze dei giovani nell’anelito europeista. Il traguardo dell’integrazione comunitaria non poteva essere eluso come enunciava Ernesto Rossi in un editoriale del 1948 sul Corriere della Sera. A distanza di cinquantatré anni, Lettera ai Compagni si ripropone lo stesso intento: coltivare la memoria della Resistenza su cui si basa la nostra Costituzione secondo gli insegnamenti di Piero Calamandrei. La sua esortazione ai giovani di andare in pellegrinaggio nei luoghi del martirio partigiano ha una valenza di consapevolezza. Mai più dittature, mai più fascismi.
Lettera ai Compagni riparte nel 2022 dopo due anni di pandemia globale: è online (www,letteraicompagnirivista.com) ed è in cantiere per la stampa del numero uno del 2022 (editore Biblion di Milano). Sono giunte le prime adesioni alla rinascita della rivista: Luisa La Malfa, Paolo Bagnoli, Carlo Ginzburg, Anna Foa, Dacia Maraini, Mimmo Franzinelli, Marino Viganò, Corrado Stajano, Patrizia Guarnieri, Aldo Giannuli. Tema fondamentale della rivista è il dialogo con la “generazione di Greta” che è stanca della retorica e delle enunciazioni incoerenti. Le ragazze e i ragazzi chiedono alla classe politica concretezza e determinazione. “Azione” è la stessa parola che prima coniò Giuseppe Mazzini e poi, nel 1942, Ugo La Malfa e Adolfo Tino. Bisogna avere un minimo di coraggio, la stessa determinatezza dei Partigiani che, senza indugio, non esitarono a salire in montagna. Approfondire la storia e la conoscenza è il percorso indispensabile per esercitare la nostra mente a una visione aperta e consapevole del presente. Lettera ai compagni sia uno strumento per gli studenti e per i giovani alla ricerca di spazio e visibilità nella società civile. Sia un viatico per tutti coloro che coltivano la memoria, occasione di confronto e di crescita. La parola d’ordine del ’69 e quella di oggi è la stessa: “Tanta libertà quanta giustizia”
di Filippo Senatore