Caro Mario,

ti porto il saluto deferente del direttivo, dei collaboratori e delle associazioni della FIAP, la Federazione Italiana delle Associazioni Partigiane che fu fondata da Ferruccio Parri nel 1949 e che tu hai guidato con passione e saggezza fino all’anno scorso.
Eri diventato presidente nel 2012, succedendo a Francesco Berti e, prima di lui, al tuo caro amico Aldo Aniasi, ad Iso come tu e i compagni lo chiamavate.
Ti sei trovato, forse per primo, a guidare un’associazione della Resistenza senza averla fatta, la Resistenza, primo Presidente non partigiano, per ragioni evidentemente anagrafiche. Non era un dettaglio e tu non hai vissuto questo aspetto come un dettaglio ma, anzi, ci hai costruito sopra le ragioni e le finalità della tua Presidenza.
Hai capito, tra i primi, che con la scomparsa dei protagonisti della Guerra di Liberazione, con il venir meno delle loro testimonianze e delle istanze fondative delle associazioni partigiane, le stesse avevano un senso solo se riuscivano a svolgere il ruolo di catalizzatori di valori e di cultura.

Memoria, antifascismo, libertà, patriottismo, europeismo, tolleranza rischiavano e rischiano di diventare concetti astratti e lontani se non calati nella realtà degli accadimenti storici ed attuali e nell’elaborazione che degli stessi compie la ricerca, la politica e financo l’arte.
E hai agito in coerenza con questo tuo convincimento. Hai radunato intorno a te giovani ricercatrici e giovani ricercatori, alcuni di loro sono qui oggi a renderti omaggio, hai dato loro fiducia e promosso lavori di ricerca che hanno costituito il nucleo di una nuova “biblioteca” della FIAP e dei quali andavi orgoglioso.

In quegli anni, in modo del tutto innovativo, quasi rivoluzionario in un contesto spesso conservatore come quello delle associazioni partigiane, è stato promosso un approccio metodologico all’avanguardia, attraverso l’applicazione della categoria di genere, uno stimolo al dialogo tra il mondo della ricerca e quello della didattica e capace di portare all’attenzione dei lettori, spesso identificati nei giovani – che così tanto avevano bisogno di conoscerle – le donne decorate con medaglie d’oro al valor militare, le donne costituenti e, proprio recentemente, le donne che hanno fatto l’Europa.
Hai anche compreso come la storia e il patrimonio archivistico della FIAP dovesse essere a disposizione di chi voleva studiarli, fare ricerca, scrivere e oggi la gran parte di esso è valorizzato all’Istituto Nazionale Ferruccio Parri, che ti ha ricordato con un commosso comunicato emesso ieri.

Caro Mario,

ti piaceva dire che la Resistenza aveva tutti i colori del mondo. Rifiutavi la narrazione che a combattere, dalla parte giusta della Storia, fosse stata solo una parte politica, un solo colore ed una bandiera sola. Sostenevi che questa narrazione univoca finiva per penalizzare, per sminuire l’antifascismo che invece poteva e doveva essere patrimonio condiviso.
Ti piaceva chiamare la Guerra di Liberazione “secondo Risorgimento” perché come il Risorgimento ci aveva consentito di liberare il Paese da un occupante straniero e come il Risorgimento doveva essere vissuto da tutti ed insegnata nelle scuole.
Le differenze, culturali e di identità storica, esistenti tra le varie Associazioni antifasciste e partigiane – e financo all’interno della FIAP per la quale ti sei sempre opposto acché potesse divenire o atteggiarsi a piccolo partito politico ma favorendo, al contrario, il pluralismo delle idee e delle iniziative, in coerenza con le sue ragioni fondative –  le differenze, dicevo, sono una ricchezza e non un ostacolo per una forte azione comune, a condizione che non prevalgano pretese egemoniche o di rappresentazione univoca di fatti o di idee.
Tu l’avevi ben chiaro e questa tua profonda convinzione ti ha portato a coltivare rapporti di proficua collaborazione con le altre Associazioni che, infatti, oggi sono qui a portare il loro omaggio o hanno inviato messaggi di profonda partecipazione e cordoglio.

Appena saputo la notizia della tua morte, mi ha scritto il Presidente dell’ANPI Gianfranco Pagliarulo:

Caro Luca,

ti esprimo a nome dell’ANPI Nazionale e mio personale il più profondo cordoglio per la scomparsa di Mario Artali. Con lui se va un altro pezzo del passato di Milano e della grande storia del Socialismo italiano.
Ti prego di portare le mie sentite condoglianze ai familiari.
Con fraterna vicinanza

L’ANPI è oggi qui presente con il suo medagliere e con una sua rappresentante che parlerà dopo di me.

È qui presente anche Roberto Tagliani, nuovo presidente della FIVL, che ci ha recapitato questo messaggio:

Il Presidente, la Giunta Federale e tutte le Associazioni della Federazione Italiana Volontari della Libertà – FIVL partecipano al lutto per la morte di Mario Artali, Presidente Onorario della FIAP.
Nel suo precedente lungo mandato alla guida della Federazione Italiana Associazioni Partigiane e nel ruolo che lo ha visto Vice Presidente della Fondazione Corpo Volontari della Libertà e della Confederazione Italiana fra le Associazioni combattentistiche e partigiane, Mario Artali si è sempre speso, con vigore umano e passione politica, per un orizzonte di unità e percorsi condivisi con le altre Associazioni resistenziali e antifasciste, convinto com’era che la legittima sottolineatura dei diversi contributi alla Lotta di Liberazione non contrastasse con il dovere di rappresentare quell’epica vicenda “per ciò che è stata: un arcobaleno di colori, perché è la libertà che non sopporta semplificazioni monocolore”.

Mario Artali è stato per la FIVL interlocutore prezioso, assiduamente partecipe in ogni occasione di incontro e dialogo, capace di articolare al presente con intelligenza e concretezza la necessità di continuare a scegliere la fedeltà ai valori e ai principi della Costituzione e ad operare per la realizzazione di quella Europa unita “affermata con forza nel pieno della guerra e proclamata dai luoghi dell’esilio e del confino”.
Alla sua Famiglia e alla FIAP le più sentite condoglianze.

Mi ha anche telefonato Francesco Tessarolo che ringrazio per le belle parole di vicinanza alla famiglia e alla FIAP.

Così come mi ha telefonato prontamente Spartaco Geppetti, presidente dell’ANPPIA, che proprio pochi mesi fa avevamo ospitato al Circolo De Amicis per il loro congresso nazionale, l’ANED ha emesso un commosso comunicato e mi ha scritto Floriana Maris, Presidente della Fondazione Memoria della Deportazione che:

apprende commossa la notizia della scomparsa dell’amico e compagno Mario Artali, presidente onorario della Federazione Italiana Associazioni Partigiane, e ricorda con gratitudine il suo costante impegno nel vigilare e tramandare i valori dell’antifascismo e della Resistenza. In questo triste momento la Fondazione Memoria della Deportazione intende richiamare l’attenzione sulla necessità di tutelare la memoria storica e portare avanti il progetto di rinnovamento culturale e politico promosso da Mario Artali.
Ai suoi familiari, alla FIAP e a tutti coloro che hanno avuto l’opportunità di conoscerlo la Fondazione esprime le più sentite condoglianze.

Uno dei risultati più importanti della tua Presidenza, caro Mario, fu il riavvio delle attività della Fondazione Corpo Volontari della Libertà che unisce la FIAP all’ANPI e alla FIVL e il cui atto costitutivo porta la data del 10 settembre 1948. Il primo Comitato Direttivo era formato dai componenti del Comando generale del CVL: Raffaele Cadorna, Ferruccio Parri, Luigi Longo, Enrico Mattei, Gian Battista Stucchi e Mario Argenton.

Della Fondazione sei stato un indimenticato Vicepresidente, e così ti ricorda il Presidente Emilio Ricci: La Fondazione Corpo Volontari della Libertà esprime profondo dolore per la scomparsa dell’On. Mario Artali, Presidente onorario della FIAP, già Vicepresidente della Fondazione, che tanto si è speso nel ritorno della stessa ad una piena operatività per il bene e la diffusione della memoria della Resistenza, della sua preziosa e decisiva unità.

Così come sei stato uno dei protagonisti della Confederazione Italiana fra le Associazioni Combattentistiche e Partigiane di cui sei stato Vicepresidente e il cui Presidente Professor Claudio Betti ci ha scritto:

È con profondo dolore che la Confederazione Italiana fra le Associazioni Combattentistiche e Partigiane, partecipa la scomparsa del Caro Presidente Mario, componente della nostra famiglia associativa da moltissimi anni, ricoprendo anche la carica di Vicepresidente Nazionale.
Il suo impegno costante e continuo, accompagnato dalla Sua profonda intuizione, gli hanno permesso di sapere cogliere le grandi trasformazioni che la società andava esprimendo, permettendo a tutti noi di sviluppare una linea che rafforzava sempre più la nostra presenza tra le Istituzioni democratiche che per la nostra Confederazione sono sempre state l’interlocutore principale.
La sua azione si è fortemente caratterizzata nella difesa delle sue idee di socialista, ma non di meno nel ruolo di moderato che ha permesso il concretizzarsi del massimo dell’unità d’azione.
Ai familiari e a tutte le persone che lo hanno conosciuto e amato va il più fraterno e caloroso abbraccio di tutta la Confederazione.

Nella storia della FIAP, il tuo nome, il nome di Mario Artali rimarrà come quello di uno strenuo ed orgoglioso difensore dei suoi valori fondativi, di un compagno ed amico sincero e di una guida saggia ed illuminata.

Nella vita tu hai fatto molto altro, dall’esperienza politica nel PSI che ti ha portato fino all’esperienza da deputato – il tuo essere socialista (socialista liberale amavi chiamarti richiamandoti a Carlo Rosselli) è stato il vero filo rosso di tutta la tua vita, dalla gioventù fino agli anni della tua vecchiaia – alla tua carriera da manager.
Sia ben chiaro, un manager la cui suoneria del cellulare era “Bella Ciao”.
Manager di Stato dapprima, nella chimica ENI e nell’agroalimentare IRI, uno degli esponenti di una tradizione di grande valore, quella dei manager di Stato, appunto, un orgoglio nazionale da Enrico Mattei in poi, troppo velocemente tradita da una politica non sempre lungimirante. E nell’industria farmaceutica poi, a fianco della famiglia Cavazza in un’altra eccellenza italiana.
E poi alla Banca Popolare di Milano in un periodo complicato per tutte le banche popolari, alle prese con una finanza che cambiava repentinamente, non sempre in meglio, per la verità.

Cara Bruna, cara Federica e caro Marco, voi avete perso un marito ed un padre, noi un compagno, tutti dobbiamo essere orgogliosi di lui e di essergli, ciascuno a modo suo, stati al suo fianco.

Federica, Marco, dico a voi quello che lui disse a me: “dovete essere fieri del cognome che portate”.

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