Perché saremo nelle piazze il 25 aprile
Ci saremo perché oggi più che mai dobbiamo ribadire che questi valori non devono essere di una o dell’altra parte, ma patrimonio ideale e morale di tutti gli italiani.
Ci saremo perché il 25 aprile non è una festa della riconciliazione o della parificazione dei torti e delle ragioni e perché Patria e Costituzione sono due concetti inscindibili. Anzi, dobbiamo riprenderci con forza e decisione il termine “Patria” ed il termine “Patriota”: i partigiani combattevano e morivano per la “Patria”. Furono quegli uomini, quei Patrioti, a difendere la Patria contro gli oppressori fascisti e l’occupazione tedesca.
Ci saremo per difendere la Costituzione repubblicana, traduzione giuridica dei principi di libertà e giustizia che animarono la Resistenza, antifascista nella forma e nella sostanza, perché origine, spirito, contenuto di ogni articolo sono in antitesi alla concezione che della società e del diritto aveva il fascismo.
Ci saremo perché sentiamo profondamente il dovere civile proprio delle associazioni partigiane e della memoria di ricordare chi ha dato la vita per la nostra Liberazione e chi ha consentito al Paese di rinascere dalla tragedia della dittatura e della guerra e quello di tenere alta la vigilanza su un’offensiva culturale che va oltre la riscrittura della storia, ma che si alimenta della riscrittura della storia. Il dovere civile di ricordare gli antifascisti uccisi, incarcerati, confinati e deportati, di ricordare i soldati italiani internati, di ricordare l’orrore dello sterminio degli ebrei e quello di Lgbtq, Rom, Sinti e delle persone con disabilità mentali. Orrori perpetrati da mano nazista con l’attiva complicità dei fascisti italiani.
Come ebbe a scrivere un nostro “maggiore”, Alessandro Galante Garrone, il partigiano Sandro, “le spinte culturali, ideologiche, politiche, confessionali erano le più diverse; ma su tutte predominava in modo netto un semplice impulso di libertà, di dignità dell’uomo, di riforme civili. Un istinto, una percezione elementare e confusa di quel che si doveva pur fare, per la salvezza e il bene di tutti. E anche, non dimentichiamolo, per riscattare l’onore dell’Italia di fronte al mondo…Ci sono avvenimenti, nella storia, che, come diceva Tucidide, sono un “acquisto per sempre”. Tale è stata la Resistenza.”
Diamo il benvenuto in questo giorno, nelle piazze, ad ogni associazione e ai temi e alle istanze care a ciascuna di esse, purché siano coerenti con gli ideali di libertà, giustizia e di democrazia, fondativi dell’Italia repubblicana nata dalla Resistenza, di cui il 25 aprile si celebra la festa.
Non accettiamo, tuttavia, che proprio in occasione del centenario dell’omicidio di Matteotti, dell’ottantesimo anniversario delle stragi nazifasciste, delle repubbliche partigiane, della liberazione di Roma, di Firenze e di tante altre nostre città, dello sbarco delle forze alleate sulle coste francesi e su quelle laziali, che qualcuno si appropri delle nostre piazze, delle piazze dei partigiani e dei combattenti e ora delle Associazioni combattentistiche e della Resistenza – eredi e portatrici di quelle memorie – con piattaforme o slogan che nulla hanno a che vedere con la ricorrenza della festa della Liberazione.
E respingiamo con forza dalle stesse piazze qualunque forma di razzismo, antisemitismo e apologia di regimi assolutisti, illiberali e criminali, orrori che ritenevamo consegnati alla peggiore storia dell’Europa e che, invece, rispuntano con preoccupante veemenza.
FIAP – Federazione Italiana Associazioni Partigiane
Milano, 19 aprile 2024