Vittorio Foa dopo la Liberazione: il significato dell’epurazione e dei CLN
Quello che noi chiediamo al nuovo governo non è perciò una rivendicazione di partito, ma una necessità che scaturisce dalle cose e che trova perciò nella sostanza consenziente tutto il Comitato di Liberazione dell’Alta Italia e tutto il popolo combattente e vittorioso. In primo luogo chiediamo che per l’epurazione il nuovo governo accetti i criteri e le procedure adottate nel Nord. L’epurazione deve essere rapida e senza strascichi. Ma deve – e questo è l’essenziale – andare oltre le categorie dei fascisti in camicia nera, deve comprendere gli oligarchi finanziatori e sostenitori del fascismo, i profittatori di ogni categoria. I responsabili devono perdere ogni diritto di occupare cariche economiche. Non si risolve niente destituendo senatori o deputati fascisti se poi li si lasciano nei consigli d’amministrazione delle aziende. In secondo luogo chiediamo che la struttura democratica dei CLN sia mantenuta, che attraverso di essi si mantenga il circolo fra l’attività di governo e l’opinione del paese.
Tratto da Verso un governo democratico, in «L’Italia Libera» (Milano), 3 maggio 1945
Giacomo Matteotti sulle elezioni del 6 aprile 1924 e sulle violenze dei fascisti
Abbiamo la dichiarazione fatta esplicitamente dal governo, ripetuta da tutti gli organi della stampa ufficiale, ripetuta dagli oratori fascisti in tutti i comizi, che le elezioni non avevano che un valore assai relativo, in quanto che il Governo non si sentiva soggetto al responso elettorale, ma che in ogni caso – come ha dichiarato replicatamente – avrebbe mantenuto il potere con la forza […] vi è una milizia armata, composta di cittadini di un solo Partito, la quale ha il compito dichiarato di sostenere un determinato Governo con la forza, anche se ad esso il consenso mancasse […]. Un’altra delle garanzie più importanti per lo svolgimento di una libera elezione era quella della presenza e del controllo dei rappresentanti di ciascuna lista, in ciascun seggio. Voi sapete che, nella massima parte dei casi, sia per disposizione di legge, sia per interferenze di autorità, i seggi – anche in seguito a tutti gli scioglimenti di Consigli comunali imposti dal Governo e dal partito dominante – risultarono composti quasi totalmente di aderenti al partito dominante […] coloro che ebbero la ventura di votare e di raggiungere le cabine, ebbero, dentro le cabine, in moltissimi Comuni, specialmente della campagna, la visita di coloro che erano incaricati di controllare i loro voti. Se la Giunta delle elezioni volesse aprire i plichi e verificare i cumuli di schede che sono state votate, potrebbe trovare che molti voti di preferenza sono stati scritti sulle schede tutti dalla stessa mano, così come altri voti di lista furono cancellati, o addirittura letti al contrario […]. Noi difendiamo la libera sovranità del popolo italiano al quale mandiamo il più alto saluto e crediamo di rivendicarne la dignità, domandando il rinvio delle elezioni inficiate dalla violenza alla Giunta delle lezioni.
Tratto dal discorso tenuto a braccio alla Camera dei deputati il 30 maggio 1924 dopo la cui fine Matteotti disse ai suoi compagni del PSU: adesso potete preparare la mia orazione funebre.