Riteniamo d’interesse anticipare questa recensione che uscirà il prossimo autunno su Voci. Annuale di Scienze umane, rivista del Dipartimento di Storia, Antropologia, Religioni, Arte, Spettacolo, “Sapienza” Università di Roma, diretta da L.M. Lombardi Satriani.

P. Cavallari – A. Fischetti
L’Italia combatte. La voce della Resistenza da Radio Bari, Roma, Odradek, 2020

Inno di Mameli «Questa trasmissione è dedicata ai patrioti italiani che lottano contro i tedeschi».
È L’Italia combatte!, trasmissione cardine di Radio Bari, andata in onda dal dicembre 1943, in due momenti della giornata, la sera e la mattina successiva. È proprio grazie alle registrazioni effettuate con lo scopo della replica, che molte trasmissioni – in particolare molte di quelle tra aprile 1944 e i primi mesi del 1945 –, per quanto, spesso incomplete, sono potute giungere fino ad oggi, nel loro sonoro, su bobine di nastro magnetico, conservate negli archivi della Discoteca di Stato, oggi Istituto centrale per i Beni sonori e audiovisivi (ICBSA): un’eccezione nel panorama della storia della radio, fatta di solito solo sulla base di documenti scritti.

Mezzo di propaganda del fascismo, Radio Bari era nata nel 1932 all’interno dell’Ente italiano per le Audizioni Radiofoniche (EIAR); aveva puntato da subito ai Balcani, al medio oriente, al mondo arabo, utile propaganda per le finalità imperialistiche italiane. E durante il secondo conflitto mondiale aveva continuato la stessa attività, con in più uno spirito antiebraico e filo arabo.

8 settembre 1943, l’Armistizio: Radio Bari – dopo che ciò era già avvenuto per Radio Palermo –, verrà “presa” dagli Alleati, che da qui poterono dunque proseguire a diffondere la voce dell’Italia liberata. Figura centrale da subito ne fu Ian Greenlees, maggiore dell’esercito reale britannico con una salda conoscenza di cultura e lingua italiane; tra i più autorevoli antifascisti iniziarono a collaborare a quella che fu, sotto lo stretto controllo angloamericano, la prima esperienza radiofonica nazionale antifascista. Radio Bari rappresentò la voce del Regno del Sud e il tentativo di tenere insieme, quotidianamente, l’Italia liberata e quella ancora occupata. Nelle settimane e nei mesi, Radio Bari, in concomitanza all’avanzare delle truppe alleate, si era andata poi fondendo con Radio Napoli liberata, quindi Radio Roma liberata, Radio Firenze liberata, fino a Radio Milano Libera!, nell’aprile 1945.

A sostegno de L’Italia combatte! c’era un progetto, più prettamente inglese che americano, dello Psychological Warfare Branch (PWB), la Divisione per la Guerra Psicologica degli eserciti angloamericani, che aveva l’obiettivo, intanto, di minare il consenso – laddove semmai ancora esistesse –  alla presenza nazifascista nell’Italia occupata: un po’ – come fa notare Peppino Ortoleva – una richiesta agli italiani di perpetrare odio (verso il fascismo o almeno verso i traditori, le spie, etc); dall’ascolto de L’Italia combatte! giungeva proprio la percezione dei vari livelli di guerra combattuti sul territorio italiano: guerra civile, guerra di liberazione, guerra militare mondiale; in alcuni casi, anche crude descrizioni di morte e violenze, subiti dai protagonisti della Resistenza. Tutti, comunque, documenti audio che ben più di altre fonti restituiscono il senso di un paese in guerra, in sofferenza, i cui protagonisti erano persone che rischiavano tutto per un futuro assolutamente incerto.

Funzione, anche cruciale, della trasmissione fu quella più strettamente comunicativa: il suo modulo prevedeva informazioni provenienti dai fronti di combattimento, la denuncia di collaboratori dei tedeschi attraverso la rubrica “Spie al muro”, la diffusione di messaggi rivolti direttamente ai partigiani, “in chiaro” e cifrati provenienti dai comandi alleati; il tutto redatto da un gruppo di importanti intellettuali antifascisti e letto da altri di loro: voci come quella di Arnoldo Foà o Silvio Noto:

i racconti delle imprese eroiche dei partigiani, persone di ogni ceto sociale, che perseguivano un futuro migliore, la giustizia, la libertà; un sottofondo sonoro-“rumoroso” proprio della guerra, con i toni enfatici con cui venivano letti i nomi dei collaborazionisti, associati a inviti come “Patrioti, ponete fine alla loro attività criminale!”; le notizie dai fronti di combattimento e dell’andamento della guerra; le istruzioni per il sabotaggio; i “messaggi speciali” con annunci di lancio viveri oppure armi dai paracaduti, comunicazioni logistiche e operazioni belliche: “Felice non è felice”, Beatrice ti saluta”, La mia barba est bionda”, “Giulietta e Romeo”, etc; i messaggi di apprezzamento ed esaltazione dell’attività e delle azioni partigiane da parte degli alleati; i discorsi agli italiani delle aree occupate da parte di esponenti politici, come quello di Togliatti a fine maggio 1944; il ricordo degli uccisi in tutte le stragi naziste che si susseguivano tragicamente in quei mesi, come quella romana alle Cave ardeatine.

Tutto questo è reso nelle trascrizioni accuratamente effettuate dai due autori e riportate nel volume, reso con un ritmo e un tono che non possono essere esattamente quelli della retorica radiofonica, ma che, riportati per iscritto offrono un fondamentale ulteriore strumento di ricerca, che a quello sonoro si affianca, completandosi. Fonti, in entrambe le modalità, utilissime per analisi a vario livello: nel linguaggio, nell’approccio comunicativo, nei contenuti dei progetti degli alleati per l’Italia, nell’influenza psicologica che si voleva esercitare sulla popolazione, per sottrarre ogni tipo di sostentamento e sostegno ai nazisti occupanti, facendo leva per esempio sui bisogni primari e sul cuore della vita lavorativa agricola degli italiani, così importante in quella fase della storia:

“Italiani, la spiga di grano era l’insegna della vostra antica dea Cerere ed il fiore più puro che incarna Iddio nell’ostia. Italiani, negate il grano ai tedeschi, non permettete che fauci tedesche ingollino ciò che è vostro per diritto umano e divino”(L’Italia combatte, 15 luglio 1944).

Nomi, date cruciali, emozioni, Storia, ricostruzioni, racconti, voci e suoni, attese, strategie, sofferenza e speranze, storie, in questo volume prezioso, da leggere e approfondire.

29 aprile 1945: “Non abbandonate l’ascolto, il nostro programma continua. L’Italia combatte è una voce che si unisce al coro di quanti in tutto il mondo esaltano il diritto, la giustizia, la libertà”.

di Francesca Castano 

 

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