Non sempre è facile pensare di essere liberi e credere che «di fronte alle leggi, per quanto riguarda gli interessi privati, a tutti spetta un piano di parità, mentre per quanto riguarda l’amministrazione dello stato, ciascuno è preferito a seconda del suo emergere in un determinato campo, non per la provenienza da una classe sociale, ma più che per quello che vale» (TUCIDIDE, Guerra del Peloponneso, Libro II).
L’ordinamento giuridico spesso crea delle sovrastrutture normative per imporre delle regole di convivenza che, prima di essere disposizioni normative o precetti, sono “condizionamenti sociali”, correlati all’esigenza di avere persone che ubbidiscono, in forza del rispetto di superiori interessi di “unità e integrità” dello Stato (vedi, Della ragion di Stato, BOTERO); cittadini modello sempre pronti a servire il Paese, contribuendo al pagamento delle tasse a fronte di servizi erogati: no taxation without representation.
L’organizzazione dello Stato richiede un gran impegno e impiego di risorse, richiede la creazione di un apparato amministrativo efficiente e snello, in grado di raggiungere obiettivi di salvaguardia della popolazione e di giustizia sociale, in una proiezione di sana gestione contabile e di benessere generale, profili di legalità e qualità connessi al perseguimento dell’interesse pubblico prevalente (ex art. 97 Cost.).