Hotel Meina è un film di Carlo Lizzani, tratto dall’omonimo romanzo di Marco Nozza. Uscito in sala il 27 gennaio del 2008, in occasione della Giornata della Memoria, racconta la vicenda di un gruppo di ebrei, ospiti di un lussuoso hotel sul lago Maggiore, che vengono fatti prigionieri da un commando delle SS. Il racconto prende vita attraverso i ricordi della sopravvissuta Noa, all’epoca adolescente e figlia del proprietario dell’Hotel, un ebreo con passaporto turco e, per questo, considerato cittadino di un paese neutrale.

Tutte le famiglie di sfollati e gli ospiti dell’albergo, che da tempo si sono rifugiati sul lago per scampare alle occupazioni di Milano, Torino e altre città vicine, ascoltano l’annuncio dell’armistizio l’8 settembre 1943. Dopo l’euforia iniziale per la presunta fine della guerra, vivranno momenti alterni, di speranza e di desiderio di fuga. L’arrivo del comandante Krassler (nella realtà il capitano Hans Roehwer) e dei suoi soldati segna la fine di ogni possibile ritorno alla normalità. Ai protagonisti, sempre combattuti tra rassegnazione e tentativi di azioni risolutive, non sarà perdonata l’esitazione iniziale.

Una pellicola elegante su un trauma collettivo che, per molti anni, è stato difficile da superare per le tranquille comunità locali di Stresa, Baveno, Arona, Meina e le altre piccole cittadine affacciate sul versante piemontese del Lago Maggiore. Sullo sfondo la presenza della Resistenza riorganizzatasi in Svizzera, in cui vari esponenti italiani, francesi, tedeschi e britannici offrono supporto all’eventuale fuga degli ebrei, a testimonianza di una rete di cooperazione internazionale. In una scena, durante una riunione, i partecipanti mostrano un esemplare del Manifesto di Ventotene di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, emblema del sogno di un’Europa unita capace di scongiurare futuri conflitti.

Nel cast troviamo, tra gli attori principali: Benjamin Sadler, Ursula Buschhorn, Ivana Lotito, Danilo Nigrelli, Marta Bifano, Federico Costantini, Federico Pacifici, Simone Colombari, Butz Ulrich Buse ed Ernesto Mahieux. Carlo Lizzani si conferma, anche in questo lavoro, un attento promotore di un cinema storico dal forte impatto emotivo. Classe 1922, egli stesso partecipò alla Resistenza e aderì al Partito Comunista Italiano.

Il regista romano, scomparso nel 2013, è considerato forse un maestro “minore” del cinema italiano. Dopo gli esordi come sceneggiatore e aiuto regista, con De Santis in Riso Amaro e con Rossellini in Germania anno zero, Lizzani passò alla regia con “Achtung! Banditi!”, del 1951. Ricevette, nel 1954, il Gran Premio Internazionale per Cronache di poveri amanti. Tra i suoi film più importanti possiamo ricordare: Il processo di Verona, La Vita Agra, Banditi a Milano, Mussolini ultimo atto, Fontamara, Caro Gorbaciov e Celluloide. Lizzani, inoltre, è stato autore di una Storia del cinema italiano e ha ricoperto il ruolo di Direttore del Festival Cinematografico di Venezia dal 1979 al 1982.

Marco Nozza, nato a Carpino Bergamasco nel 1926 e scomparso nel 1999, è stato giornalista e saggista. Insegnante di materie umanistiche e collaboratore di varie testate giornalistiche, come l’Eco di Bergamo, l’Europeo e il Giorno, si è occupato di terrorismo e di vicende storiche anche minori. Nel 1967 vinse il Premiolino e, nel 1973, il Premio Saint Vincent per il giornalismo. Il suo Hotel Meina restituì alla collettività una vicenda tragica, considerata dagli storici la prima strage di ebrei in Italia.  

di Alessandro Calisti

 

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