Cosa rimarrà della Storia senza il racconto diretto dei veterani di Guerra?

Fuga in Normandia, traduzione italiana di The Great Escaper, è un film del 2024 diretto da Oliver Parker, con l’indimenticabile performance di due straordinari interpreti, i premi Oscar Michael Caine e Glenda Jackson.

Il lungometraggio prende spunto da una vicenda realmente accaduta: un anziano veterano della Royal Navy vuole tornare in Normandia per le celebrazioni del 70° anniversario del D-Day. Non riuscendo ad organizzarsi in tempo per inserirsi in un viaggio di gruppo, decide di andare da solo, fuggendo momentaneamente dalla casa di cura in cui è ospite insieme all’inseparabile moglie e compagna di vita. Si unirà così ad altri veterani dei paesi alleati, rivivendo i momenti più duri del suo passato e di quella missione, che fu cruciale per le sorti dell’Europa e della Seconda guerra mondiale. L’episodio è quello di cui si rese protagonista realmente Bernard Jordan, la cui storia finì sui media. Dopo l’apprensione iniziale per l’assenza del veterano ottantenne e le ricerche della polizia locale, i giornalisti lo accolsero al suo rientro come un eroe.

L’ultima interpretazione di Caine, che ha annunciato il ritiro dalle scene dopo una magnifica carriera, ci regala un personaggio capace di superare il dramma personale attraverso la condivisione della memoria. Incentrato sulla storia d’amore dell’anziana coppia, il film ricorda il sacrificio dei tanti giovanissimi militari mandati a morire al fronte e poi dimenticati, e denuncia fra le righe il disdicevole protagonismo di una politica tanto attratta dai riflettori e poco interessata a raccogliere il testimone impegnandosi a custodire i valori fondativi della democrazia.

Il nostro eroe, è proprio il caso di dirlo, preferisce l’omaggio privato ad un compagno caduto alle grandi cerimonie, sceglie l’introspezione per fare i conti con il senso di colpa per essere sopravvissuto, mentre i suoi commilitoni non ce l’hanno fatta. Se lo sbarco è stato un grande successo militare, si tralascia spesso l’altissimo costo di vite che esso ha comportato: circa 50.000 caduti tra le forze degli Alleati (Gran Bretagna, Stati Uniti e Canada). Un enorme sacrificio di vite umane, la cui consapevolezza può portare perfino alla riappacificazione con gli avversari, come si vede in una scena chiave del film, in cui gli ex ragazzi un tempo nemici, e oggi anziani, si salutano commossi in un pub e si stringono la mano.

Quella di Bernard rispetto alle cerimonie non è una reazione polemica per rinnegare l’impegno civile, ma il gesto spontaneo di chi convive da tutta la vita con il rimorso di non aver potuto salvare i suoi compagni. Un comportamento sincero, che sposta il baricentro dall’azione militare al piano umana. Sono stati i giovani soldati a compiere l’impresa, sono stati loro a non tornare a casa, lasciando un ricordo e un vuoto indelebile per i loro cari. Ci troviamo di fronte a una testimonianza commuovente, con la ricostruzione storica dell’incredibile avanzata che segnò l’inizio (reale e simbolico) della sconfitta di Hitler e dei nazisti. Ed anche, in parallelo, dinanzi a una romantica storia d’amore, quella fra Bernie e Irene, iconica e idealmente perfetta al punto di sopravvivere ai drammi e ai pericoli della guerra.

Lo sbarco in Normandia, avvenuto il 6 giugno 1944 (il D-Day), è stato un grandioso intervento militare organizzato dalle Forze Alleate. Fin dalle prime ore del giorno, le truppe arrivate via mare cominciarono una difficilissima azione offensiva per arginare dal fronte orientale la Germania nazista. Nonostante il numero elevatissimo di perdite, la missione rappresentò un enorme successo dal punto di vista logistico e morale, consentendo l’avanzata verso il Terzo Reich e la sua successiva sconfitta nel 1945.

Per quanto riguarda gli interpreti del film, oltre a Michael Caine e a Glenda Jackson, recentemente scomparsa, nel cast troviamo anche John Standing, nel ruolo di un veterano britannico dell’aeronautica, Danielle Vitalis, Will Fletcher e Laura Marcus.

Il regista Oliver Parker esplora abilmente in questo lungometraggio la condizione degli anziani, in un equilibrio delicato tra le difficoltà fisiche e la sensibilità verso il passato. Nella sua carriera ha spesso riadattato per il grande schermo i classici della letteratura inglese, a partire dall’Otello (1995), passando per L’importanza di chiamarsi Ernest (2002) e da Dorian Gray (2009). Dopo una parentesi comica con la regia di Johnny English – La Rinascita nel 2011, Parker aveva anticipatp il tema della Seconda guerra mondiale nel film L’esercito di Papà, tratto da una omonima serie televisiva.

Infine una curiosità: il Commonwealth War Graves è un’organizzazione che si dedica alla salvaguardia della memoria dei caduti in guerra. È finanziata dai governi membri del Commonwealth: Regno Unito, Canada, Australia, Nuova Zelanda, India e Sudafrica. Furono oltre 1,7 milioni le donne e gli uomini appartenuti alle forze dei paesi del Commonwealth durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. Opera in circa 150 paesi, conservando archivi, tutelando cimiteri di guerra e memoriali, proprio come quello presente nel film. La sede italiana si trova a Roma, in via di Monte Testaccio 14, presso il Rome War Cemetery, un piccolo e curatissimo spazio per onorare i caduti per la libertà.

di Alessandro Calisti

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