
17 Febbraio del 1600 Giordano Bruno fu arso vivo in Campo de’ Fiori
Filippo Bruni nacque a Nola nel 1548, assunse il nome di Giordano quando all’età di 17 anni prese l’abito di frate domenicano nel convento di San Domenico Maggiore a Napoli. Giordano Bruno divenne presto noto all’Inquisizione durante il suo soggiorno napoletano, in quanto si mostrava poco incline alle nuove tematiche devozionali della Controriforma mentre invece mostrava un forte interesse per opere, considerate eretiche, come quelle di Erasmo da Rotterdam oltre ad aver espresso dei dubbi riguardo i dogmi della Trinità. Sospettato di eresia nel 1576 Giordano aveva abbandonato Napoli e aveva cominciato un percorso di studi su magia e metafisica e peregrinazioni in varie città italiane ed europee: tra cui Ginevra,dove nel 1579 si avvicinò al calvinismo, Parigi, poi in Inghilterra dove tenne lezioni sulle teorie copernicane ad Oxford nel 1583 e infine nel 1586 in Germania. Le sue idee lo portarono ad essere scomunicato sia dalla Chiesa romana sia da quelle riformate. Successivamente al ritorno a Venezia nel 1591, venne arrestato l’anno successivo su denuncia del patrizio Giovanni Mocenigo e venne processato a Venezia dove fu accusato di blasfemia, di non credere alla transustanziazione e di anti trinitarismo. Nel Febbraio del 1593 venne estradato a Roma su esplicita richiesta dell’Inquisizione Romana. Il processo durò fino al 1599, Giordano Bruno cercò di difendersi sostenendo che essendo un filosofo e libero pensatore, usando solo l’intelletto, può giungere a conclusioni discordi dalle verità di fede senza essere considerato un eretico. Il 12 Gennaio del 1599 venne invitato dal Tribunale ad abiurare 8 proposizioni considerate eretiche, sia teologiche che filosofiche, e se inizialmente Giordano si mostrò disposto ad abiurare le sue posizioni in materia di teologia: mai fu disposto a rivedere le sue idee filosofiche. Respinse ogni “invito” all’abiura e venne infine condannato al rogo. Il 17 Febbraio del 1600 Giordano Bruno fu arso vivo in Campo de’ Fiori al cospetto degli inquisitori. Nonostante la condanna a morte e la messa al bando delle sue opere, le idee e la filosofia di Giordano Bruno continuarono ad essere studiate in tutta Europa, soprattutto nel periodo illuminista, mentre la figura di Giordano Bruno diventò simbolo di libertà di pensiero e di opposizione al clericalismo. Successivamente all’annessione di Roma al Regno d’Italia e alle politiche laiciste dei governi della Sinistra Storica, nel 1889 venne inaugurata una nuova statua al centro di Campo de ‘Fiori, nonostante la fortissima opposizione del Papa. Ogni anno il 17 Febbraio al cospetto della statua si riuniscono studenti e laici per celebrare e ribadire l’ideale di lotta per la libertà, mentre la Chiesa, circa 400 anni dopo, tramite papa Giovanni Paolo II espresse rammarico per la condanna a morte del filosofo e per i metodi usati dall’Inquisizione, ma le sue idee e la sua figura non vennero mai riabilitate.
Bibliografia:
Frances Yates: “Giordano Bruno e la tradizione ermetica”, Editori Laterza ed. 2010
Anna Foa: “Giordano Bruno”, il Mulino ed. 2016
https://www.treccani.it/enciclopedia/giordano-bruno/
https://www.micromega.net/giordano-bruno-maestro-di-laicita-dignita-democrazia/ di Maria Mantello, direttrice Associazione nazionale libero pensiero “Giordano Bruno”.