La Cgil di Roma venne assaltata da un commando di fascisti il 9 ottobre 2021. Il tribunale di Roma ha condannato sette persone, tra cui i leader di Forza Nuova Tommaso Fiore e Giuliano Castellino. Dopo la lettura della sentenza in aula si sono visti saluti romani, ascoltati cori e urla minacciose all’insegna del mantra “non molliamo mai”, qualche minaccia non proprio velata. Le pene, anche per l’ex Nar Luigi Aronica, per Pamela Testa, Salvatore Lubrano e Lorenzo Franceschi, vanno da 8 anni a 8 anni e sette mesi. Il pm ha ricostruito quanto avvenuto: “Emerge dai video, che hanno cristallizzato i fatti, che siamo in presenza di eventi drammatici e cruenti con il tragico epilogo della devastazione della sede del sindacato. Quel giorno la parte centrale di Roma è stata in mano a sconsiderati. Un giorno funesto per la città e un attacco ad un simbolo dei lavoratori e della democrazia”. La pena comminata per i soli reati contestati appare equilibrata. Ma i capi d’imputazione sono stati sorprendentemente limitati ai reati di devastazione aggravata in concorso e istigazione a delinquere. Sorprende per la sua incoerenza con i gravi fatti di marca squadristica accertati e contestati a carico dei capi di movimenti eversivi che, dichiaratamente, affermano di richiamarsi al fascismo storico. Sorprende che non sia stato neppure considerato il reato di ricostituzione del disciolto partito fascista, laddove la legge Scelba del 1952 ne definisce il profilo con inequivocabile e insuperabile chiarezza. Un reato che si realizza “quando una associazione o un movimento persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica”. La conferma del reato è avvenuta dopo la lettura del dispositivo della sentenza, con la sopra citata reazione di tanta parte del pubblico di sostenitori di quei movimenti. Tra fischi e urla quelle persone si sono esibite, ostentando nell’aula di un tribunale della Repubblica antifascista il saluto romano. Non si aspetti oltre per mettere fuori legge le organizzazioni neofasciste, come prevede la legge.
di Antonio Caputo