Sono molto interessata alla sua campagna di propaganda per la signora Matteotti, ho sentito a tal proposito il prof. Salvemini, so che la sig.ra Matteotti è estremamente desiderosa di lasciare l’Italia. Ma la sua situazione è complicata da gravi difficoltà finanziarie che potrebbero impedirle di trarre profitto dai positivi risultati della propaganda intrapresa dal Comitato Matteotti. Mio marito [Carlo Rosselli] ha ricevuto tempo fa una lettera da un italiano, il sig. [Silvio] Corio (conosce il suo nome) su questo argomento. Mio marito, d’accordo con Salvemini, gli rispose che era necessario ottenere prima l’autorizzazione della stessa signora Matteotti, non essendo sicuri che le sue difficoltà economiche la potrebbero portare a lasciare il paese per un luogo sicuro. Anche se le sue difficoltà economiche non dovessero costituire un ostacolo, c’è il fatto che la sig.ra Matteotti non ha mai presentato domanda per avere il passaporto e non sa se mai potrebbe ottenerlo, l’Ambasciata italiana cerca di negarle ogni diritto […]. Ritornando all’argomento della sua campagna, penso che lei abbia certamente ragione sull’efficacia della nostra propaganda in Inghilterra, considerandola utile e non dannosa. La mia esperienza può essere presa d’esempio. È stato grazie alla campagna mediatica avviata a favore della mia liberazione sulla stampa inglese che io sono stata rilasciata dopo la fuga di mio marito da Lipari, è sempre grazie al buon risultato della campagna che ho ottenuto il permesso di avere il passaporto un mese dopo: una cosa inaudita per la moglie di un esiliato.
Da una lettera di Marion Cave Rosselli a Sylvia Pankhurst del 3 agosto 1932, in Anna Rita Gabellone, Giacomo Matteotti in Gran Bretagna (1924-1939), prefazione di Paolo Bagnoli, FrancoAngeli, Milano 2022, pp. 126-128.
L’epurazione finanziaria e morale dell’industria cinematografica fascista è stata fino ad oggi forzatamente ritardata nella speranza che il tempo possa far dimenticare i nefasti e le ingenti truffe compiute a danno soprattutto dello Stato. Un gruppo importante di tali profittatori è sotto la protezione della Democrazia Cristiana ed altro gruppo di minore importanza della Democrazia del Lavoro […]. È necessario porre un freno a quanto sta succedendo. È una questione soprattutto morale oltreché materiale e l’attuale Presidente del Consiglio [Ferruccio Parri] non deve permettere che i milioni dilapidati dello Stato (e quindi del popolo) rimangano a chi se ne è ingiustamente appropriato. Agire troppo tardi significherebbe essere consapevoli e correi di tali misfatti.
Da un promemoria, allegato a una lettera dell’8 agosto 1945, di Ugo La Malfa a Carlo Ludovico Ragghianti, in Carteggio, a cura di Elena Bassetto, saggio introduttivo di Roberto Balzani, Edizioni Fondazione Ragghianti Studi sull’Arte, Lucca 2023, p. 40.