La destra confonde in modo inaccettabile la storia con la propaganda. Sarebbe necessario che, assunta la responsabilità del governo della nazione, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il presidente del Senato Ignazio La Russa e i loro colleghi di Fratelli d’Italia si comportassero correttamente e ricordassero sempre che la Costituzione repubblicana, sulla quale hanno giurato e che è alla base del nostro vivere civile, è nata dalla lotta contro il nazifascismo. Trent’anni fa, a proposito del rapporto tra storia e revisionismo, Vittorio Foa, che aveva trascorso 8 anni e tre mesi nelle carceri fasciste da militante di Giustizia e Libertà per poi aderire al Partito d’Azione nell’estate del 1943 e fare la Resistenza, scrisse: «il revisionismo è indispensabile se aggiorna o cambia le interpretazioni, è intollerabile se nega i fatti. E il confine tra l’indispensabile e l’intollerabile talvolta si confonde. Occorre un grande senso di responsabilità per rispettare quelli che non ci sono più». I martiri delle Fosse Ardeatine furono assassinati perché antifascisti ed ebrei e non perché italiani, i tedeschi uccisi in via Rasella dai GAP non erano «una banda musicale di semi-pensionati» ma erano parte integrante delle truppe di occupazione, impegnate anche in operazioni di rastrellamento dei partigiani. Manipolare la storia non serve a nessuno.
di Andrea Ricciardi