La verità è che il Partito d’Azione indebolisce talune correnti tradizionali, perché esso si muove al di fuori del mondo moderno. Il Partito d’Azione non vuol ripetere l’esperienza della democrazia liberale, che si è chiusa generalmente in fallimento. Esso non può riprendere l’esperienza sovietica […]. Tra la restaurazione della democrazia individualistica e la creazione di una dittatura sovietica, vi è dunque una terza via che si apre alla coscienza europea. Questa terza via è il comunismo o socialismo libertario di Carlo Rosselli […]. Il socialismo deve risolvere i problemi della libertà umana. A questa esigenza che s’impone nel mondo e s’imporrà molto di più nel mondo socialista, adempie il nostro partito.

Francesco De Martino, da La nostra lotta politica, in «L’Azione», 20 maggio 1944.



Dopo la caduta di Mussolini ci tennero ancora tutti in carcere; per liberarci ci vollero gli scioperi di metà agosto a Milano e Torino. Ma in noi c’era ormai la certezza che la «casa» era vicina. Sono certo che molti reclusi di lunga carcerazione hanno avuto, come ho avuto io, un’immagine che in qualche modo evocava Ulisse e il suo ritorno a Itaca […]. Il ritorno a casa era il recupero della continuità, in primo luogo della continuità di noi stessi, della nostra vita. Eppure, proprio nel momento in cui raggiungeva le coste di Itaca e pregustava calma e riposo, Ulisse sapeva che avrebbe dovuto riprendere il mare e un mare ignoto e in tempesta. Anche noi lo sapevamo. L’ultimo mio scritto a casa, una cartolina del 18 agosto, diceva: «Fatevi coraggio, i tempi saranno ancora difficili, sempre più difficili. Ma in una luce nuova di speranza».

 Vittorio Foa, da Il Cavallo e la Torre. Riflessioni su una vita, Einaudi, Torino 1991.

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