Il film di Christopher Nolan ricostruisce la vicenda di J. Robert Oppenheimer, fisico americano di origini ebraico-tedesche che fu a capo del Progetto Manhattan, il programma statunitense di ricerca e realizzazione della bomba atomica. Impatto visivo ed emotivo notevoli per una pellicola che unisce il genere del biopic al documentario e all’introspezione visionaria del protagonista. Una colonna sonora maestosa e, forse, a tratti un po’ invadente per scandire le tre ore di film che scorrono fra tensioni, implicazioni etiche e contrasti politici.
Nel 1942 il promettente fisico Oppenheimer riceve l’incarico dal governo e dall’esercito americano di guidare le ricerche sull’atomica prima che siano i nazisti a realizzarla. Convoca i migliori scienziati e forma un gruppo di ricercatori di altissimo livello. Nonostante i dubbi legati alla possibilità di scatenare un’escalation di violenza e distruzione fino all’olocausto nucleare, procede con determinazione e abilità nel suo ruolo di scienziato capo. In tempi record il suo team riuscirà a realizzare l’arma più pericolosa del mondo. Il presidente Harry S. Truman decide di utilizzare la bomba su Hiroshima e Nagasaki, per porre fine definitivamente al conflitto mondiale e determinare la resa del Giappone, dopo quella dei nazisti. Si stima che i bombardamenti determinarono la morte di circa 200.000 persone, soprattutto civili. Dopo lo shock mondiale per gli effetti devastanti degli ordigni, tali armi non furono più utilizzate.
Oppenheimer diventa per l’opinione pubblica il padre della bomba atomica. Dopo la gloria e la fama, però, i suoi rimorsi di coscienza aumentano insieme agli incubi e alle visioni di morte e distruzione che lo turbano di continuo. Tenta di influire sul governo per bloccare le future ricerche previste per lo sviluppo della bomba a idrogeno, ritenendo che la ricerca atomica non possa risolvere le crisi internazionali. Al centro di numerose tensioni fra scienziati e politici, Oppenheimer è vittima del maccartismo, ovvero la persecuzione ai danni di intellettuali e persone influenti legate al comunismo o semplicemente accusate di esserne spie o simpatizzanti. Siamo infatti in piena Guerra fredda con l’Unione Sovietica. Questo atteggiamento si sviluppò negli Stati Uniti nei primi anni ’50, prendendo il nome dal suo principale sostenitore, il senatore Joseph McCarthy, e creò numerosi problemi anche ad artisti e star hollywoodiane configurandosi, spesso, come una vera e propria caccia alle streghe.
Il film segue fino alla fine una sorta di doppio filone storico e processuale, per consentire al pubblico di rivivere la parabola ascendente del protagonista fino al declino e alla successiva riabilitazione. Ma sono proprio i continui flash back del processo ad appesantirne un po’ il ritmo. Molto interessanti le questioni etiche e la dimostrazione delle difficoltà degli scienziati di muoversi in un contesto tanto influenzato dalla politica. In una scena del film, il team di ricercatori assiste alle diapositive che raccontano gli effetti devastanti degli ordigni sulla popolazione. Nolan ci risparmia elegantemente la visione, sperando o dando per scontato che quelle terribili immagini siano già presenti nel ricordo del pubblico…
Nel cast stellare troviamo, tra gli interpreti principali, Cillian Murphy nel ruolo di Robert Oppenheimer, Matt Damon nei panni del generale Leslie Groves, Emily Blunt in quelli di Katherine “Kitty” Oppenheimer e Robert Downey Jr. nella parte di Lewis Strauss, Presidente della Commissione per l’energia atomica degli Stati Uniti che ingegnò una vera e propria delegittimazione di Oppenheimer per motivi legati a risentimenti personali. Oltre a questi attori, si ricordano Josh Hartnett, Florence Pugh, Jason Clarke, Casey Affleck, Rami Malek e Kenneth Branagh.
Nolan, dopo lavori come Memento, Insomnia, la trilogia di Batman, Inception, Interstellar, Dunkirk e Tenet,dimostra ancora una volta di saper trasformare in colossal con grandi effetti visivi anche soggetti apparentemente meno adatti. Il regista affida il ruolo di protagonista all’impeccabile Cillian Murphy, che qui raggiunge definitivamente una fama planetaria in una carriera già costellata di successi, dopo aver lavorato in ruoli secondari con Nolan in altri suoi film. Un lavoro importante, quello di Nolan, per testimoniare l’importanza della Storia e dei suoi protagonisti. E il pubblico sembra aver decisamente apprezzato la pellicola date le notizie sugli incassi al botteghino, che spesso trovano più spazio delle riflessioni quando si parla di grandi produzioni cinematografiche.
Nel clima attuale di conflitti internazionali, investimenti per il riarmo e di guerre ai confini dell’Europa, ci auguriamo che questo film possa tornare a smuovere le coscienze del pubblico sull’esigenza di limitare l’uso delle armi atomiche, sulle implicazioni etiche delle guerre in generale e sull’importanza della diplomazia per la risoluzione dei conflitti.
di Alessandro Calisti