Ringrazio le autorità civili e militari presenti che ci onorano con la loro partecipazione. La manifestazione nazionale di oggi è, come sempre, promossa dal Comitato Permanente Antifascista per la difesa dell’ordine repubblicano nel quale sono rappresentate le Associazioni della Resistenza, della Deportazione, i Sindacati, le forze politiche, le Associazioni democratiche. In particolare segnalo la presenza, con noi, sul palco di Noemi Di Segni, Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e dei rappresentanti delle Associazioni della Resistenza: Spartaco Geppetti, Presidente nazionale dell’ANPPIA; Luca Aniasi, Presidente nazionale della FIAP; Roberto Tagliani, Presidente nazionale della FIVL, oltre a Dario Venegoni e Maria Pia Garavaglia che prenderanno la parola; Carlo Bretzel, partigiano.

È il primo anno che la manifestazione nazionale a Milano si svolge senza due importanti protagonisti dell’antifascismo e della democrazia nel nostro Paese che ci hanno lasciato: Carlo Smuraglia per lunghi anni Presidente nazionale dell’Anpi e Mario Artali per lungo tempo Presidente nazionale della FIAP. Ad essi va il nostro affettuoso e commosso ricordo.

Il nazionalismo, all’origine della Prima e della Seconda guerra mondiale, si sta ripresentando in modo particolarmente preoccupante, soprattutto in Europa. A più di un anno dall’aggressione della Federazione russa all’Ucraina, un atto di guerra, in aperta violazione del diritto internazionale e del principio dell’autodeterminazione dei popoli, che ha determinato una pericolosa escalation del conflitto, con il minacciato ricorso, da parte di Putin, alle armi nucleari, riaffermiamo la nostra vicinanza alla resistenza del popolo ucraino, sottoposto a lutti, bombardamenti, eccidi, in lotta per la difesa della propria libertà, indipendenza e sovranità. L’articolo 52 della nostra Carta Costituzionale afferma “la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”. Ribadiamo l’urgenza di spingere il governo italiano e l’Unione Europea a dare vita a una iniziativa diplomatica per aprire uno spiraglio di trattativa che crei le condizioni non di una pace qualsiasi, ma di una pace giusta e duratura.

A 78 anni dalla sconfitta del nazifascismo, sembra essere venuta meno la conoscenza indelebile di ciò che hanno veramente rappresentato in Europa il fascismo e il nazismo nel secolo degli stermini, con il loro disegno di un “ordine nuovo” basato sul razzismo come ideologia e sulla violenza criminale come sistema di governo. Stiamo assistendo ad una pericolosa riscrizione della nostra storia, ad un’inquietante rimozione dell’ignominia del fascismo. I nazisti non erano semi-pensionati che percorrevano le vie del nostro Paese, ma furono responsabili, con l’indispensabile supporto dei repubblichini di Salò, di eccidi, di stragi della popolazione civile, di deportazioni nei lager e nei campi di sterminio di ebrei, di oppositori politici, di lavoratori, di militari italiani. Sorprende sentir dire ancora oggi che il fascismo abbia anche fatto cose meritevoli. No. Non ha fatto nulla di meritevole. Il fascismo è stato volontà di dominio e di conquista, esaltazione della violenza, retorica bellicistica, sopraffazione e autoritarismo, persecuzione ed eliminazione degli oppositori politici, supremazia razziale. Le abominevoli leggi antiebraiche del 1938, di cui quest’anno ricorre l’85° anniversario, sono state anch’esse la diretta conseguenza dell’ideologia razzista e perversa del fascismo.

La Resistenza italiana non è stata solo delle partigiane e dei partigiani del Corpo Volontari della Libertà, ma delle unità italiane che combatterono al fianco degli Alleati, con i quali furono protagoniste, unitamente ai soldati della Brigata Ebraica insignita di Medaglia d’oro al valor militare dal Parlamento italiano, dello sfondamento decisivo della linea Gotica. Resistenza che fu dei 650.000 militari italiani tradotti dopo l’8 settembre 1943 nei lager tedeschi, degli oppositori politici, dei lavoratori deportati nei campi di concentramento, degli ebrei che videro spegnere la propria vita nei campi di sterminio nazisti. Notevole e di grande peso fu la partecipazione delle donne alla lotta di Liberazione. Ad esse va tutta la nostra infinita gratitudine. La Resistenza italiana, movimento unitario di popolo, di partiti, di formazioni partigiane, con la sconfitta del nazifascismo ha ottenuto la pacificazione del nostro Paese. Ma pacificazione non può significare parificazione dei Combattenti per la Libertà con i repubblichini di Salò. Abbiamo più volte ricordato che la morte rende tutti uguali, ma in vita i Combattenti per la libertà hanno lottato contro l’oppressione nazifascista, mentre i repubblichini di Salò hanno collaborato con i nazisti nella denuncia, nella cattura, nella fucilazione di partigiani, oppositori politici, ebrei, lavoratori. Siamo in presenza di una sempre più preoccupante deriva antisemita. L’antisemitismo, che ha radici secolari, si manifesta con frequenza sempre più inquietante. Solo qualche giorno fa il Memoriale della Shoah di Milano ha subito un vergognoso sfregio antisemita. Non è più tollerabile che si ripetano, con frequenza sempre più intensa, nel nostro Paese e a Milano, Città Medaglia d’Oro della Resistenza, manifestazioni di movimenti neofascisti e neonazisti, che diffondono il virus della violenza, dell’intolleranza e dell’odio. Si sciolgano per legge le organizzazioni neofasciste e neonaziste che si contrappongono ai principi sanciti dalla Costituzione repubblicana. Gli strumenti esistono: sono le leggi Scelba e Mancino. Occorre la volontà politica di applicarle. Bisogna ribadire che i valori a cui ispirarsi sono quelli di una democrazia fondata sulla rappresentanza, sulla partecipazione, sul rispetto del diritto internazionale e della persona umana, sull’accoglienza, sull’affermazione piena della legalità, incisi nella Costituzione repubblicana, che va difesa e attuata, profondamente antifascista in ogni suo articolo. L’onorevole Aldo Moro, il 13 marzo 1947, nel suo intervento all’Assemblea Costituente, così rispondeva all’onorevole Lucifero che in sede di sottocommissione aveva espresso il desiderio che la nuova “Costituzione italiana non fosse una costituzione antifascista, ma “afascista”: “Non possiamo fare una costituzione afascista – osservava Aldo Moro – cioè non possiamo prescindere da quello che è stato nel nostro Paese un movimento storico, il fascismo, il quale nella sua negatività ha travolto per anni le coscienze e le istituzioni. Non possiamo dimenticare quello che è stato, perché questa Costituzione oggi emerge da quella Resistenza, da quella lotta, da quella negazione, per le quali ci siamo trovati insieme sul fronte della Resistenza e ora ci troviamo insieme per questo impegno di affermazione dei valori supremi della dignità umana e della vita sociale”. I Combattenti per la Libertà ci chiamano ad un compito urgente: quello di costruire la speranza di un mondo migliore finalmente unito nei valori della pace, della convivenza tra i popoli, dell’antifascismo, della solidarietà. Ricordava Arrigo Boldrini, per oltre 60 anni Presidente nazionale dell’ANPI: “Abbiamo combattuto per la libertà di tutti; per chi era con noi, per chi non c’era ed anche per chi era contro.” La Resistenza ha liberato tutti, indipendentemente dalle convinzioni e dalla fede politica di ognuno. Ecco perché il 25 aprile è e deve essere una giornata di festa e di unità di tutti gli italiani che credono nell’antifascismo, nella democrazia e nei principi della Costituzione repubblicana, oggi più che mai bussola e guida della nostra democrazia.

di Roberto Cenati, Presidente ANPI Provinciale di Milano 

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