“Io, Haile Selassie I, Imperatore d’Etiopia, sono qui oggi per richiedere la giustizia che è dovuta al mio popolo, e l’assistenza promessa ad esso otto mesi fa, quando cinquanta Nazioni affermarono che un’aggressione fu commessa in violazione dei trattati internazionali. Non c’è precedente per cui un Capo di Stato parli in prima persona a questa assemblea. Ma non c’è  neanche precedente per cui un popolo sia vittima di così tanta ingiustizia ed attualmente minacciato di essere abbandonato al suo aggressore. Inoltre, non abbiamo mai avuto esempio di un Governo che proceda a sterminare sistematicamente una Nazione con mezzi barbari, in violazione delle più solenni promesse fatte dalle Nazioni della terra che non sarebbe mai stata usata l’arma terribile dei gas venefici contro esseri umani innocenti”,

Dopo la sconfitta del suo esercito invaso dall’Italia, l’imperatore dell’Etiopia deposto parla alla Società delle Nazioni. All’inizio del discorso viene fischiato da un gruppo di fascisti che vengono allontanati dall’Assemblea. La Società delle Nazioni aveva emesso delle sanzioni contro l’Italia all’indomani dell’invasione dell’Etiopia (1935) ma furono troppo blande per dissuadere il regime   dal fare la guerra contro un popolo pacifico e inerme. Le grandi potenze di allora sottovalutarono un fenomeno grave di un regime totalitario che con la Germania avrebbe portato alla rovina il Mondo,

Nella guerra sporca Benito Mussolini ha usato gas iprite contro l’esercito etiopico e seminato strage tra i civili innocenti. Sono crimini di guerra mai giudicati da un tribunale internazionale. Il criminale di guerra generale Rodolfo Graziani nominato vicerè dell’Etiopia è uno dei principali principale responsabile del massacro di Adis Abeba in seguito ministro della Rsi, fucilatore dei partigiani, fu condannato nel 1950 con una pena di 19 anni. A causa della amnistia di Palmiro Togliatti lo stesso anno usufruì di una liberazione anticipata e fu nominato presidente onorario del partito neofascista, MSI. Gli italiani dovrebbero avere la coscienza di non inneggiare ai criminali di guerra come Graziani o come Giorgio Almirante che aveva firmato i bandi per fucilare i partigiani durante la guerra di Liberazione.

di Filippo Senatore

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