NAZISTI A CINECITTÀ
Nazisti a Cinecittà
Il 26 Maggio alle 18.00 verrà presentato a Roma, presso la Casa della Memoria e della Storia, il volume Nazisti a Cinecittà, edito da Nutrimenti, per la collana Igloo. Intervengono l’autore Mario Tedeschini Lalli, Alessandro Portelli, Fabio Ferzetti e Lia Levi. Modera Bianca Cimiotta Lami, Vice Presidente Fiap. Tedeschini Lalli racconta nelle pagine di questo lavoro una vicenda incredibile. Due ex ufficiali tedeschi, responsabili esecutivi dell’Eccidio delle Fosse Ardeatine, e già sotto gli ordini di Kappler, presero parte a numerose pellicole del cinema del dopoguerra, interpretando vari ruoli in divisa. Interpretarono, in pratica, se stessi.
Mario Tedeschini Lalli, storico contemporaneista, già collaboratore del Gruppo Espresso e ricercatore dei rapporti tra fascismo e mondo arabo, ci guida in un duplice viaggio. Da una parte ci consente di ricordare i tanti titoli che immortalarono l’esperienza della resistenza e dell’antifascismo italiano, divenendo a posteriori film di riferimento per il grande pubblico. Dall’altra ci attira in una serrata ricostruzione storica, meticolosa e appassionante, in cui segue le vicende e le carriere degli ex ufficiali Borante Domizlaff e Karl Hass. Una ricerca durata cinque anni, seguendo le tracce nelle pellicole d’epoca, studiando documenti e testimonianze di addetti ai lavori del mondo dello spettacolo e dei familiari degli ex ufficiali. E poi ritrovamenti negli archivi, e un vero e proprio percorso investigativo.
“Un incredibile, drammatico gioco di specchi tra realtà e finzione, cronaca e rappresentazione” scrive l’autore nella anteprima del volume.
Una vita difficile di Dino Risi, La caduta degli dei di Luchino Visconti, Tutti a casa di Luigi Comencini. Alcuni fra i titoli più rappresentativi del neorealismo italiano, hanno visto la partecipazione di questi ex ufficiali nazisti. Tedeschini Lalli spiegherà nelle pagine del suo libro di essere giunto a questa scoperta per puro caso. O meglio, di essere già sulle tracce delle “propaganda nera” americana, che creava false notizie per disorientare. Indagava sui servizi segreti americani in Italia durante la guerra. Quando la ricerca di un nome che associava agli ufficiali nazisti compare nei motori di ricerca come attore nel cast di Una vita difficile, decide di affrontare la vicenda surreale. Comincia a scavare negli archivi del cinema neorealista finché tutto non appare evidente.
Un genere, quello del “neorealismo”, che è sorto in realtà in modo spontaneo subito alla fine della guerra, e che non è né corrente né movimento. I suoi più accreditati autori, fra cui Roberto Rossellini, Luchino Visconti, Vittorio De Sica, Cesare Zavattini, Giuseppe De Santis, Pierto Germi e Carlo Lizzani, non hanno mai aderito ad un manifesto artistico, ma hanno interpretato e raccontato in modo autonomo e in base alla propria sensibilità, le storie drammatiche della guerra e della resistenza. Lo hanno fatto creando film girati per lo più all’aperto, favorendo talvolta attori non professionisti e lasciando spazio alle vicende umane oltre che storiche. Il racconto dei fatti supportato anche dall’uso del dialetto e da un approccio narrativo ricco di crudo realismo.
Nazisti a Cinecittà non è solo una storia nella Storia. Sembra piuttosto una testimonianza importante del significato che ha oggi il ruolo della Memoria. Il cinema è finzione, ma i crimini di guerra sono reali, e questo percorso guidato nella cinematografia del dopoguerra, anche in forma di indagine investigativa, non può che consolidare i nostri valori fondati sull’antifascismo e la voglia di riscoprire quel cinema che ha cristallizzato, senza ambiguità, tutte le responsabilità dell’occupazione nazifascista in Italia.
di Alessandro Calisti