
7 novembre 1943: nell’anniversario della rivoluzione sovietica, Franco Calamandrei tiene un comizio a piazza Fiume
Nell’anniversario della Rivoluzione sovietica, Franco Calamandrei[1] tiene un comizio a piazza Fiume, che termina con lo scoppio di alcune bombe a mano senza che si abbiano vittime. Altri comizi volanti vengono tenuti da Mario Leporatti e da Carlo Salinari. All’Alberone Lillo Pullara fa sventolare una bandiera rossa, con falce e martello. Durante la notte, Carla Capponi[2], Rosario Bentivegna108 e Rodolfo Coari, con vernice rossa, tracciano scritte antifasciste sui muri di via del Corso e piazza del Popolo. Altrettanto fa un’altra squadra in via IV Novembre. Intercettati dai fascisti, Mario Formentini, Carlo Lizzani, i pittori Giulio Turcato[3] e Emilio Vedova[4], riescono a fuggire. A via Quattro Fontane sfuggono all’arresto anche Marcello Bollero[5], Renato Mordenti e Emanuele Rocco. Viene invece ferito e arrestato Gianni Toti.
In via Dacia viene arrestato Eugenio Messina. Nella sua abitazione vengono rinvenuti una pistola, alcune bombe a mano, una copia de “L’Unità” e buoni per una sottoscrizione a favore del PCI. Messina verrà fucilato a Forte Bravetta, il 4 marzo 1944.
A piazzale Ostiense viene attaccata un’autocolonna tedesca.
Rastrellamenti da parte di tedeschi e fascisti nella zona tra piazza Mazzini e piazza Bainsizza.
Al Quadraro attacco a gruppi fascisti intenzionati ad arrestare “sovversivi”.
Aldo Pavia
(nella foto Franco Calamandrei)
___________________________________________________________
[1] Franco Calamandrei (1917 – 1982). Nome di battaglia “Cola”. Laureato in legge nel 1939. Operativo nella Resistenza romana nella IIIa Zona GAP (Flaminio e Salario). Senatore nel maggio 1968 e per altre tre legislature. Medaglia d’Argento al Valor Militare.
[2] Carla Capponi (1918 – 2000 ). Sposa il 20 ottobre 1944 Rosario Bentivegna. Medaglia d’Oro al Valor Militare. Parlamentare del PCI. Prima della morte ha dato alle stampe un libro di memorie dal titolo “Con cuore di donna”. 108 Rosario Bentivegna (1922-2012). Già da liceale attivo antifascista, attira su di sé l’attenzione della polizia fascista per aver costituito un Gruppo, chiamato di “Unificazione Marxista” (GUM). Viene arrestato nel 1941 per aver partecipato all’occupazione dell’Università di Roma e dopo la scarcerazione nel 1943, con diffida di polizia, aderisce al Partito Comunista Italiano. Tra gli autori dell’azione militare di via Rasella, è stato quello che più a lungo e fino ad oggi ha dovuto sopportarne il peso e l’accusa di aver causato l’eccidio delle Ardeatine, subendo numerosi processi. Inviato a Centocelle per sfuggire alla probabile cattura dopo il tradimento di Guglielmo Blasi, poi comandante militare del Comitato di Liberazione Nazionale nella zona Casilina-Prenestina, sui monti Prenestini, fino al 5 giugno 1944. Dopo la liberazione di Roma, sposata Carla Capponi, ha continuato nella lotta al nazifascismo in Jugoslavia e nel Montenegro. Nel 1968-69 in Grecia, con la figlia Elena, si è battuto contro la dittatura dei colonnelli. Presidente Onorario dell’ANPI Nazionale e di Roma. Stella d’Oro Garibaldina, Medaglia d’Argento al Valor Militare e Medaglia di Bronzo per la sua attività sui monti Prenestini.
[3] Giulio Turcato (1912 – 1995) pittore, tra i maggiori esponenti dell’astrattismo italiano.
[4] Emilio Vedova (1919 – 2006) pittore e incisore.
[5] Marcello Bollero (1917-2001). Partigiano, settore stampa e propaganda della Va zona del PCI.