31 gennaio 1944: La Wehrmacht, le SS e i fascisti della Guardia nazionale repubblicana danno il via ad un pesante rastrellamento

La Wehrmacht, le SS e i fascisti della Guardia nazionale repubblicana, 1.500 uomini tra italiani e tedeschi, danno il via ad un pesante rastrellamento. Bloccata con blindati e mitragliatrici tutta la zona compresa tra piazza Indipendenza, la stazione Termini e via Nazionale, in poche ore, nemmeno due, rastrellano 2.000 persone e le rinchiudono nella Caserma Macao di Castro Pretorio[1]. 800 di loro verranno inviate, una parte al lavoro coatto sul fronte di Anzio, un’altra parte in Germania in fabbriche nel circondario di Hannover[2]. Conduce questa “sauberungsaktion[3] il tenente colonnello delle SS, Herbert Kappler[4].

Nel rastrellamento incappa anche il nuovo questore di Roma Pietro Caruso, appena arrivato da Milano. Non riconosciuto da una pattuglia di SS viene caricato a forza su di un camion e portato alla Caserma Macao, da dove solo all’inizio del pomeriggio viene rilasciato.

Vengono fucilati a Forte Bravetta Giovanni Andreozzi, Mario Capecci, Augusto Latini, il muratore Paolantonio Renzi, Vittorio Mallozzi, Raffaele Riva, Mariano Buratti[5], Renato Traversi, Franco Sardone[6], Enrico De Simone[7], condannati a morte dal Feldgericht. Il plotone d’esecuzione era formato da militi della PAI.

Il coprifuoco scatta alle 18, ma i negozi devono chiudere entro le 16.

Aldo Pavia

(nella foto Herbert Kappler)

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[1] Questa caserma era una delle sedi della Ordnungspolizei, polizia d’ordine nazista. Le altre erano in via Marsala e in via Lepanto.

[2] I tedeschi “pretendono anche che una parte della popolazione avrebbe dovuto lasciarsi uccidere, deportare nei campi di concentramento o di lavoro forzato…senza opporre alcuna resistenza”. Lutz Klinkhammer, Stragi naziste in Italia. Donzelli. pag.13.

[3] Operazione di pulizia.

[4] Tra i suoi crimini, anche le torture nel carcere di Via Tasso, ove avevano sede anche la “Sicherheitspolizei”, polizia di sicurezza, di cui faceva parte la Gestapo e la “Sicherheitsdienst des Reichführers Schutz Staffel”, detta SD, ovvero polizia di sicurezza e informazioni del partito nazista.

[5] Mariano Buratti, professore di filosofia, partigiano combattente. Arrestato a Roma il 12 dicembre 1943. Medaglia d’Oro al Valor Militare.

[6] In realtà Sardone, insegnante, del Pd’A, era morto in precedenza a via Tasso sotto tortura. Per evitare che ci fosse conosciuto, Kappler volle fosse inserito nell’elenco dei fucilati.

[7] Enrico De Simone, ufficiale di cavalleria, del Fmcr.

 

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