20 novembre 1945 si apre il Processo di Norimberga
Si apre il processo di Norimberga, davanti ad un tribunale inter-alleato, per giudicare i crimini nazisti.
La prima udienza ebbe inizio alle 10.03 con l’entrata in aula della Corte, presieduta dal Lord di Giustizia Geoffrey Lawrence. Per i quattro collegi di accusa: Robert H. Jackson, Pubblico Ministero americano, per i francesi il Procuratore Generale François de Benton, per gli inglesi il Procuratore Generale Sir Hartley Shawcross e per i sovietici il generale R.A. Rudenko e il Procuratore Generale colonnello Y.V. Pokrovsky. Robert H. Jackson nel suo discorso d’apertura dichiarò:
“I mali che cerchiamo di condannare e punire sono stati così pianificati, perniciosi e devastanti, che la civiltà non può tollerare che vengano ignorati, perché non potrebbe sopravvivere alla loro reiterazione”.
Lette le accuse per i loro crimini, i 21 imputati presenti in aula si dichiararono non colpevoli. Le accuse erano quattro: complotto o cospirazione, delitti contro la pace, crimini di guerra, crimini contro l’umanità. Al termine della prima udienza, Göring, rivolto agli altri imputati, esclamò: “Vorrei avessimo il coraggio di condensare tutta la nostra difesa in tre parole: me ne frego”. Quando l’accusatore sovietico fece proiettare uno sconvolgente filmato girato dai nazisti nel ghetto di Varsavia, Göring disse a Streicher: “Era un così bel pomeriggio finché non ci hanno fatto vedere questa orrenda pellicola rovinando tutto”. Dopo dieci mesi di udienze, il verdetto venne emesso l’1 ottobre 1946. Vennero comminate 12 condanne a morte (Göring, il contumace Bormann, Ribbentrop, Keitel, Kaltenbrunner, Rosenberg, Frank, Frick, Streicher, Sauchel, Jodl, Seyss-Inquart), 3 all’ergastolo (Hess, Funk, Reader), due a 20 anni di carcere (von Schirach, Speer), una a 15 anni (von Neurath), e una a 10 anni ( Donitz). 3 furono le assoluzioni (Schacht, von Papen, Fritzsche). Gli imputati Dovevano essere 24, ma Robert Ley, presidente del Fronte del lavoro, si era suicidato in carcere; Gustav Krupp era malato e Martin Bormann era riuscito a fuggire all’arresto. Il registro dell’anagrafe di Berlino indica la morte di Bormann il 2 maggio 1945, alle ore 24. Poiché non erano certe le indicazioni sulla sua morte, il Tribunale decise per il processo in contumacia.
La sentenza, pronunciata il 30 settembre e il primo ottobre 1946, al termine di 405 udienze, non attribuì ai colpevoli il reato di “genocidio, anche perché lo sterminio degli ebrei non venne particolarmente evidenziato nella massa dei crimini nazisti.
Un processo, prima di quello di Norimberga, ebbe luogo a Krasnodar dal 14 al 17 luglio 1943, da parte di un tribunale militare sovietico nei confronti di 13 cittadini sovietici colpevoli di aver collaborato con l’Einsatzgruppe D. A Lublino un altro processo, tra il 27 novembre e il 2 dicembre 1944, giudicò i responsabili dello sterminio a Majdanek. Sempre prima del processo di Norimberga si era tenuto, da parte degli inglesi, quello nei confronti delle SS del campo di Bergen-Belsen, iniziato il 17 settembre 1945 a Lüneburg. Imputati 24 uomini e 21 donne. 30 vennero ritenuti colpevoli di crimini di guerra e 19 vennero incarcerati. 11 condannati a morte per impiccagione. Tra loro, Josef Kramer, Fritz Klein, Franz Hossler, Elisabeth Volkenrath e Irma Grese, impiccati il 13 dicembre 1945 nel carcere di Hamelin.
Successivamente, il 19 e 20 agosto 1947 venne pronunciata la sentenza del Tribunale militare americano nei confronti dei medici nazisti, incriminati per “sterminio biologico”, “eutanasia” dei malati mentali e “manipolazione di corpi” nei campi di concentramento. Dei 23 imputati, 7 vennero condannati a morte e giustiziati nel corso del 1948.
Da questa sentenza conseguì l’impostazione di una nuova etica medica, il Codice di Norimberga.
Altri 12 processi, definiti “secondari”, ebbero luogo e videro alla sbarra 177 imputati. Dei loro 206 avvocati, 136 erano stati membri del partito nazista. 25 furono le condanne a morte, 35 le assoluzioni. Molti gli anni di detenzione comminati. Il 29 settembre 1947 ebbe inizio il processo alle Einsatzgruppen, nono procedimento dei cosiddetti processi secondari di Norimberga. Delle 14 condanne a morte sentenziate il 10 aprile 1948, solo 4 vennero eseguite (Ohlendorf, Blobel, Naumann e Braune), le altre commutate in carcere a vita. Nel 1958 tutti i detenuti vennero rilasciati.
Due furono i processi, uno dal 29 marzo al 13 maggio 1946 e l’altro dal 16 al 21 agosto 1947, tenutisi nel KL Dachau, nei confronti del personale di Mauthausen-Gusen. Vennero emesse 62 condanne a morte per impiccagione, di cui 9 commutate in carcere a vita. Tre le condanne all’ergastolo. Le condanne a morte vennero eseguite tra il 27 e il 28 maggio 1947 e il 10 agosto 1948.
Tra il marzo 1946 e il novembre 1947, si tennero quattro processi alle SS criminali che avevano operato nel lager di Stutthof. 21 furono le condanne a morte, un solo ergastolo e 59 le condanne a pene detentive. Nel 1950 gli Alleati occidentali decisero una riduzione di un terzo delle pene carcerarie. Per i criminali giudicati e condannati da tribunali tedeschi, nel 1955 e nel 1965 la Repubblica Federale Tedesca emanò provvedimenti di amnistia. Nel gennaio 1959 la Corte suprema federale tedesca aveva affermato che i giudizi espressi nei processi di Norimberga “mancavano di potere legale”.
Nel 1963/65, nella Repubblica Federale Tedesca, ci furono due processi. A Düsseldorf si svolse anche nel 1975 il processo ai criminali di Majdanek. Per questo lager già nel 1944 ci fu un processo a Lublino (Polonia) con 6 condanne a morte eseguite il 3 dicembre. Altre 7 condanne a morte vennero comminate in un successivo processo nel 1948. A tutto il 1964 furono 12.457 i processati.
Solo nel 1979, il parlamento tedesco decretò definitivamente l’imprescrittibilità dei crimini nazisti. In Polonia il Tribunale Supremo del popolo, tra il 1946 e il 1947 portò in giudizio 673 accusati tra sorveglianti e personale di Auschwitz, comminando 32 condanne a morte, 9 ergastoli e altre 586 condanne a pene tra i 6 mesi e i 15 anni di carcere. Per 23 imputati non si giunse alla condanna per insufficienza di prove e 23 imputati non poterono essere giudicati perché morti durante l’istruttoria.
Un solo criminale nazista venne giudicato in Israele, Adolf Eichmann. Condannato a morte e sentenza eseguita il 31 maggio 1962. 111 furono i sopravvissuti chiamati a testimoniare dall’accusa. 114 furono le udienze del processo
I principi di diritto internazionale dello Statuto e delle sentenze del Tribunale di Norimberga, costituito con l’accordo di Londra dell’8 agosto 1945 tra Stati Uniti, Unione Sovietica, Gran Bretagna e Francia, vennero confermati dalla risoluzione n. 94 dell’Assemblea Generale dell’ONU, con voto unanime l’11 dicembre 1946.
Il 10 dicembre 1948, l’Assemblea generale dell’ONU approvò all’unanimità il testo della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Il giorno prima, sempre all’unanimità, venne approvata la Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio.
Tra il 20 dicembre 1963 ed il 19 agosto1965 si celebrò a Francoforte sul Meno il processo contro i militi delle SS che furono attivi ad Auschwitz. 211 i sopravvissuti dei lager come testimoni e tra loro Hermann Langbein. 85 le ex SS. Nel corso delle requisitoria finale l’avvocato Hans Lasternser, difensore di Victor Capesius, il “farmacista di Auschwitz”, sostenne che le selezioni non erano un atto criminale bensì un atto di clemenza e che i sopravvissuti dovevano la loro vita agli ufficiali delle SS che al loro arrivo li avevano scelti per entrare nel lager. Le sue parole: “Si può dire che coloro che parteciparono alle selezioni furono i salvatori di quelli che vennero selezionati e in questo modo sovvertirono il piano di Hitler”. Basandosi sulle testimonianze di questo processo Peter Weiss ha scritto il dramma L’istruttoria. Quanto agli esiti del processo ed alle lievi condanne comminate, il procuratore Fritz Bauer ebbe a esclamare che persino un ladro di polli si sarebbe vergognato. Gli atti di questo processo non vennero trascritti e i fascicoli e i nastri registrati vennero posti sotto custodia protettiva. Solo nel 1993 vennero ritrovati i nastri con le registrazioni che digitalizzate divennero di pubblico dominio nel 1995.
Nel 1964 ebbe inizio quello nei confronti delle SS di Treblinka, a Düsseldorf, e nel 1965 quello delle SS di Sobibòr. Nel 1967 quello dei responsabili della Aktion T4 e nel 1970 fu portato in processo il comandante di Treblinka, Franz Stangl.
Dal maggio 1945 al dicembre 1964 nella DDR, zona della Germania sotto l’influenza sovietica, vennero processate 16.572 persone per crimini di guerra con 12.807 condanne e 1.578 proscioglimenti. 118 le condanne a morte, 231 quelle all’ergastolo e 5.088 condanne superiori ai tre anni di carcere.
In Francia vennero eseguite 791 esecuzioni legittime, 120.000 condanne minori e per 70.000 collaborazionisti venne decretata l’indegnità nazionale. Una prima amnistia fu varata nel 1953.
Nel 1975, in Italia, venne celebrato il processo per i fatti della Risiera di San Sabba e nel 2005 quello per la strage di Sant’Anna di Stazzema.
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Aldo Pavia