19 dicembre 1943: i GAP attaccano la sede del Comando tedesco e del Tribunale di guerra, all’Hotel Flora in via Veneto
I GAP attaccano la sede del Comando tedesco e del Tribunale di guerra, insediati all’Hotel Flora in via Veneto. L’azione decisa da Antonello Trombadori è portata a termine dal GAP “Pisacane”, con la collaborazione di Maria Teresa Regard[1], Franco Calamandrei, Ernesto Borghesi[2] e Marisa Musu[3]. Le bombe erano state preparate da Giorgio Labò , fucilato a Forte Bravetta il 9 marzo 1944, dopo essere stato torturato a via Tasso.
Di nuovo bombardata dagli alleati Colleferro.
Il coprifuoco è fissato alle 19.
Aldo Pavia
(nella foto Marisa Musu)
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[1] Maria Teresa Regard (1924-2000). Giovanissima a Napoli si avvicina ad un gruppo comunista. A Roma, al liceo conosce Marisa Musu e nel 1941 si iscrive al PCI. Dopo il 25 luglio 1943 costituisce una sezione del partito a Trastevere. Partecipa ai combattimenti di Porta San Paolo. Entra poi nei Gap. Arrestata il 30 gennaio 1944, con Gioacchino Gesmundo, viene portata a via Tasso e a lungo interrogata. Dopo la liberazione di Roma sposa Franco Calamandrei. Medaglia d’Argento al Valor Militare.
[2] Ernesto Borghesi (1917-1966). Studente di Medicina. L’8 settembre 1943 in servizio presso l’Ospedale Militare del Celio. Arrestato il 7 aprile 1944, riesce ad evadere da Regina Coeli. I tedeschi per rappresaglia imprigionano suo padre, sua madre e la moglie, che resteranno a via Tasso fino alla liberazione di Roma. Medaglia d’Argento al Valor Militare. 144 Marisa Musu (1925-2002). Giornalista. Ancora liceale al Mamiani, entra nell’organizzazione clandestina del PCI. Col nome di battaglia “Rosa” entra nei GAP. Arrestata con Pasquale Balsamo e Ernesto Borghesi, viene imprigionata alle Mantellate. Prima che venga scoperta la sua vera identità – era già stata condannata dal Tribunale di guerra nazista – si finge malata e riesce a farsi ricoverare all’ospedale San Camillo da dove, grazie all’aiuto di medici antifascisti, riesce a fuggire. Medaglia d’Argento al Valor Militare.
[3] Marisa Musu (1925-2002). Giornalista. Ancora liceale al Mamiani, entra nell’organizzazione clandestina del PCI. Col nome di battaglia “Rosa” entra nei GAP. Arrestata con Pasquale Balsamo e Ernesto Borghesi, viene imprigionata alle Mantellate. Prima che venga scoperta la sua vera identità – era già stata condannata dal Tribunale di guerra nazista – si finge malata e riesce a farsi ricoverare all’ospedale San Camillo da dove, grazie all’aiuto di medici antifascisti, riesce a fuggire. Medaglia d’Argento al Valor Militare.