15 febbraio 1926 muore Piero Gobetti
Piero Gobetti nasce a Torino il 19 giugno 1901 da una famiglia di commercianti. Il padre gestisce con la moglie una drogheria. Dopo le scuole elementari frequenta il liceo Gioberti. Ancora giovanissimo dimostra una acuta e vivacissima intelligenza. Lo si può definire un enfant prodige.
Tiene rapporti con le più qualificate personalità della cultura italiana come Luigi Einaudi, Benedetto Croce e Gaetano Salvemini.
A diciassette anni, sulla scia della rivista “L’Unità” di Gaetano Salvemini, fonda il quindicinale “Energie Nuove” con il quale diffonde le idee liberali. La rivista ospita scritti di Benedetto Croce, Luigi Einaudi, Guido De Ruggero, Rodolfo Mondolfo, Achille Loria, insomma il gotha della cultura italiana.
I maestri che hanno influenzato maggiormente la sua formazione culturale sono Carlo Cattaneo, John Stuart Mill, Benedetto Croce, Gaetano Salvemini e Giustino Fortunato. Rifugge dalle astrazioni teoriche preferendo il metodo pragmatico. Per il rinnovamento della società italiana, diffidando della borghesia ritenuta ignorante e reazionaria, ripone le sue speranze nella classe operaia. Il ceto medio, timoroso a causa dell’emergere di forze nuove, si distingue dai vizi inguaribili di un’Italia incapace di vita industriale moderna. Per Gobetti, come per Gramsci, l’operaio rappresenta l’artefice del rinnovamento sociale. Con questi convincimenti, partecipa con interesse al dibattito dei consigli di fabbrica e nutre speranze nella rivoluzione russa d’ottobre.
Dichiara che La rivoluzione si pone in tutto il suo carattere religioso. Per Gobetti l’esperienza russa rappresenta l’affermazione di liberalismo. Compito del fermento rinnovatore italiano è la formazione di una nuova classe dirigente per sostituire la vecchia.
Palmiro Togliatti lo detesta a tal punto che nelle pagine di Ordine Nuovo lo definisce parassita della cultura. Invece, è molto stimato e apprezzato da Antonio Gramsci.
Piero Gobetti vuole rompere lo schema conservatore del liberalismo italiano per adeguarlo al livello europeo. Sostiene un liberalismo che non è mai stato conservatore.
Purtroppo le sue previsioni sulla rivoluzione russa non si avverano. La prematura morte non gli consente di vedere l’involuzione fuorviante e criminale dello stalinismo. Gli sviluppi deteriori della rivoluzione russa deludono le aspettative di molte personalità della cultura liberale.
Nel 1922 esce il primo numero della Rivoluzione Liberale. La rivista è contro il fascismo che fin dall’inizio mostra il suo volto violento. Il fascismo non nasce per caso in Italia, Piero Gobetti lo interpreta “come l’autobiografia della nazione”.
Nel 1924 fonda la rivista Il Baretti, alla quale collaborano Benedetto Croce, Eugenio Montale, Natalino Sapegno, Emilio Cecchi e Umberto Saba.
L’attività di Gobetti è una ricca fucina di cultura. Grazie al suo lavoro editoriale, viene pubblicata la traduzione in italiano dell’opera Della libertà di John Stuart Mill. Nell’edizione Baretti vedono la luce i libri Risorgimento senza eroi, Paradosso dello spirito russo, Opera critica e numerosi altri lavori che trattano di storia, letteratura, teatro, arte, religione e filosofia. Nei pochi anni della sua breve vita la mole del lavoro di Gobetti è veramente incredibile!
La sua attività antifascista non passa inosservata. Mussolini telegrafa al Prefetto di Torino: “Prego informarsi e vigilare per rendere nuovamente difficile vita questo insulso individuo”. Il fascismo è sempre più aggressivo e criminale.
Il 5 settembre viene pestato a sangue da quattro squadristi, riportando gravi danni fisici. Espatria a Parigi, ma, il 15 febbraio 1926, muore a soli venticinque anni per le conseguenze della vile aggressione.
Con la sua rozza bestialità il fascismo ha ucciso una acuta intelligenza che ha onorato il nostro paese, ma non ha cancellato il suo esempio e il suo insegnamento. La morte di Piero Gobetti resta un’infamia del regime fascista. Il suo moderno liberalismo ispirerà il futuro partito d’Azione.
Vittorio Cimiotta
Per approfondire si vedano i suoi scritti:
“La rivoluzione liberale. Saggio sulla lotta politica in Italia”, Newton Compton, Roma, 1998; “Per Matteotti”, Il Melangolo, Genova, 1994; “Scritti attuali”, Capriotti, Roma, 1945; “Opera critica”, Baretti, Torino, 1927
Si vedano anche su di lui:
“Carteggio 1923” a cura di Ersilia Alessandrone Perona, Einaudi, Torino, 2017; “Opera critica” Edizioni di storia e letteratura, Roma, 2013; Paolo Bagnoli “L’uomo morale e la rivoluzione italiana. Una lettura nuova di Piero Gobetti”, Libro Aperto, Ravenna, 2009; Carlo Dore “Piero Gobetti. La breve storia di un martire per la libertà”, ANPPIA Sardegna, Cagliari, 2008; Giacomo De Marzi “Piero Gobetti e Benedetto Croce”, Quattro Venti, Urbino, 1996; Umberto Morra di Lavriano “Vita di Piero Gobetti”, Utet, Torino, 1984; “Piero Gobetti. Studi e ricerche”, Li Causi, Bologna, 1983; “Scritti politici” a cura di Paolo Spriano, Einaudi, Torino, 1969