14 marzo 1968 muore Ada Prospero Marchesini Gobetti

Giornalista, traduttrice e partigiana italiana.
“Dedico questi ricordi ai miei amici: vicini e lontani; di vent’anni e di un’ora sola. Perché proprio l’amicizia – legame di solidarietà, fondato non su comunanza di sangue, né di patria, né di tradizione intellettuale, ma sul semplice rapporto umano del sentirsi uno con uno tra molti – m’è parso il significato intimo, il segno della nostra battaglia.”. ( A. Gobetti, Diario partigiano, Torino, Einaudi, 1996, p. 15)

Inizia così il diario dell’esperienza partigiana di Ada Gobetti; e proprio l’amicizia sembra essere il topos della sua intera esistenza, amicizia che segna il cammino e si trasforma nel fil rouge che percorre gli anni dell’antifascismo clandestino e più avanti della Resistenza, si afferma nella scrittura, nell’impegno pubblico e nell’insegnamento, per chiudersi con il ’68 – sfiorato appena prima della morte – ma compreso e accolto dialetticamente dalla capacità di Ada di attualizzare la storia.

Un pensiero di Goffredo Fofi la ricorda proprio in questa prospettiva collettiva: ’’Il senso della vita sta’ nell’amicizia, nel fare le cose insieme, nel trovarsi a fare le cose insieme. Questo il significato che Ada attribuiva alla Resistenza, e il messaggio forse più attuale, più originale che ancora può consegnarci”. (G. Fofi, L’amicizia, in L’anno di Ada: per il trentesimo anniversario della scomparsa di Ada Prospero Marchesini Gobetti (1968 1998), Centro Studi Piero Gobetti, 1998, Torino, La Grafica Nuova, p. 25)

Ada nasce a Torino il 23 luglio del 1902 da Giacomo Prospero e Olimpia Biacchi. Studierà al liceo Cavour e nel 1918 conoscerà Piero Gobetti. Condivideranno subito collaborazioni e impegni politici e culturali. Si dedicheranno allo studio della lingua e alla traduzione di autori russi.

Ada e Piero si sposeranno l’11 gennaio del 1923. Ada, che già scriveva su Energie Nove, darà il suo contributo anche su Rivoluzione Liberale. Entrambe le riviste erano state fondate da Piero. La prima, su cui scrisse anche Antonio Gramsci, nacque nel 1918 su iniziativa di Piero, Ada e altri studenti liceali.

Nel gennaio del 1925 Ada si laurea in Lettere e Filosofia. A dicembre nasce il figlio Paolo.

Il 3 febbraio del 1926 Piero decide di emigrare a Parigi per l’impossibilità, in Italia, di continuare a svolgere l’attività politica e la battaglia per la cultura e la libertà. Morirà in Francia il 16 febbraio a seguito del suo stato di salute aggravato dalle violenze fasciste. Ada non potrà raggiungerlo.

Durante il fascismo Ada sarà attiva nella rete clandestina di intellettuali – tra i quali Carlo Rosselli – che porterà alla formazione del movimento antifascista Giustizia e Libertà e alla successiva costituzione del Partito d’Azione. Gli anni a venire saranno inoltre di insegnamento e di traduzione; e del fiorire del sodalizio con Benedetto Croce che durerà fino alla morte del filosofo:

“La corrispondenza regolare comincia nell’ottobre 1934 con una lettera di Croce che ringrazia Ada di una fotografia di lei e Paolo e commenta con parole che mostrano quanto fossero ormai diventati affettuosi i rapporti tra il vecchio filosofo (che aveva allora 68 anni) e la giovane amica: ‘La ringrazio cordialmente della fotografia, che, oltre a rimettermi sotto gli occhi una persona a noi cara e anzi un grazioso nodo materno filiale, è veramente bella come scena pittorica’*. Il carteggio durerà, salvo una interruzione di circa due anni allorquando l’Italia sarà “divisa in due”, sino a circa un anno prima della morte di lui, avvenuta il 22 novembre 1952. L’ultima lettera di Croce, in cui da quel sapiente e penetrante lettore che è sempre stato, dà un lusinghiero giudizio del diario partigiano di Ada (allora non ancora pubblicato) e le dice: ‘Può essere contenta della fatica che ha compiuta’, è del 26 dicembre 1951. Il carteggio termina il 16 novembre 1952 con una lettera con cui Ada chiede alla figlia Alda notizie del padre, la cui morte avviene il 22”

*Si tratta della fotografia numero 10 ( N. Bobbio, Una rara amicizia, in L’anno di Ada, cit. p.15)

Ancora troviamo l’amicizia come sentimento fondante e prerequisito della vita di Ada. Il valore umanissimo di questo legame insieme libero per scelta e stretto per solidarietà.

Dal 1928 Ada inizierà l’insegnamento dell’inglese, e si dedicherà allo studio e alla traduzione degli autori inglesi del ‘600 e del ‘700. Attività instancabile di scrittura che includerà anche la saggistica e che Ada vedrà sempre incoraggiata dalla fiducia e dallo stimolo di Benedetto Croce. Molta letteratura inglese e americana fu conosciuta in Italia proprio attraverso autori tradotti da Ada Gobetti.

Nel 1937 sposa Ettore Marchesini. Nel 1940 esce il suo primo libro per bambini Storia del Gallo Sebastiano.

Dal 1941, anno in cui fonderà, insieme ad altri antifascisti il Partito d’Azione, la sua casa sarà luogo d’incontro, di discussione e rifugio per l’attività segreta di tanti. Dal 1943, appena dopo l’8 settembre, inizierà l’impegno di Ada nella Resistenza e l’attività partigiana si svolgerà in particolare in Val di Susa. Le sarà accanto il figlio Paolo. Verrà decorata medaglia d’argento al valor militare.

Sarà fra le fondatrici dei Gruppi di Difesa della Donna in Alta Italia e dirigente del Movimento Femminile di Giustizia e Libertà.

Alla liberazione di Torino eserciterà la carica di Vicesindaco della città. Rappresenterà a Parigi l’Unione Donne Italiane. Negli anni successivi sarà impegnata in attività diverse in Italia e all’estero.

Pubblicherà ancora libri per bambini, proseguirà l’attività di traduzione dall’inglese e di collaborazione a quotidiani e periodici. Approfondirà il suo impegno nel campo dell’educazione e della riforma democratica della scuola.

Rappresenterà la donne italiane nella Repubblica popolare cinese.

Finalmente nel 1956, anche grazie alle affettuose sollecitazioni dell’amico Benedetto Croce, si dedicherà al suo “Diario partigiano”: memorie prudentemente scritte in un inglese criptato nel periodo della sua attività resistente. Il libro esce nello stesso anno edito da Einaudi.

Nel 1961 la casa torinese di Piero e Ada in Via Fabro 6, luogo vivissimo di scambio politico e culturale negli anni della clandestinità, diviene il “Centro Studi Piero Gobetti” grazie anche alla collaborazione del figlio e della nuora.

Negli anni successivi e fino al 14 marzo 1968 – anno della sua morte, ma anche anno di ribellione di una intera generazione con cui Ada condivise il giudizio sulla Resistenza, come sottolinea Goffredo Fofi nell’introduzione al Diario partigiano (A. Gobetti, Diario partigiano, cit, p. 8) – l’ impegno civile non venne mai meno. Un impegno che attraversò l’intera sua vita e che volle condividere con tante donne che come lei parteciparono alla Resistenza. Nella prefazione di un libro dedicato alle partigiane piemontesi Ada mostra un coraggioso atto di inclusione solidale, che apre e anticipa il significato di guerra di Liberazione come reazione e ribellione di un intero popolo verso la guerra dell’aggressore:

“Se quel che distingue la vittima dall’eroe è la consapevolezza del sacrificio, tutte queste donne furono eroiche, perché tutte, anche le più umili, anche le più inespresse, fecero la loro scelta, accettarono una responsabilità. Caratteristica principale della resistenza femminile, che fu uno degli elementi più vitali di tutta la nostra guerra di Liberazione, è proprio questo suo carattere collettivo, quasi anonimo, questo avere per protagoniste non alcune creature eccezionali, ma vaste masse appartenenti ai più diversi strati della popolazione , questo suo nascere non dalla volontà di poche, ma dall’iniziativa spontanea di molte, di tutte.[…] ‘Guerra alla guerra’ leggiamo nella prima pagina d’un giornale femminista clandestino di quel tempo: tre parole che bastano a rivelare la rivoluzione operatasi nella psicologia, nell’atteggiamento della donna. Guerra alla guerra. Non rassegnazione, non lacrime, ma volontà combattiva” (Donne piemontesi nella lotta di liberazione : 99 partigiane cadute, 185 deportate, 38 cadute civili, prefazione di Ada Marchesini Gobetti , a cura della Commissione femminile ANPI provinciale, Torino, 19…, pag. 5, 6, 12.)

Vittorina Sacco

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Per approfondire si vedano i suoi scritti:

“Nella tua breve esistenza: lettere 1918 – 1926″ Piero e Ada Gobetti, Diari di Ada Prospero Gobetti 1919 – 1926” a cura di Ersilia Alessandrone Perona, Einaudi, Torino, 2017; “Diario partigiano”, con introduzione e note di Goffredo Fofi, Einaudi, Torino, 1972, poi Einaudi, Torino, 1996 e ora anche RCS, Milano, 2015; “Vivere insieme: corso di educazione civica per la scuola media”, Loescher, Torino, 1967

Si vedano anche gli studi su di lei:

Piero e Ada Gobetti “La forza del nostro amore”, Passigli, Firenze, 2016; “L’autunno delle libertà: lettere ad Ada in morte di Piero Gobetti”, a cura di Bartolo Gargilio, Bollati Boringhieri, Torino, 2009; “L’anno di Ada: per il trentesimo anniversario della morte di Ada Prospero Marchesini Gobetti, 1968 – 1998”, Centro Studi Piero Gobetti, Franco Angeli, Milano, 1998

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