
13 ottobre 1943: a Roma i tedeschi saccheggiano il Tempio Maggiore, a Caiazzo, nel casertano, uccidono 22 civili
Gli uomini di Kappler saccheggiano il Tempio Maggiore della Comunità ebraica impossessandosi dei libri antichi, dei preziosi manoscritti e di documenti di notevole valore storico.
Sulla Via Trionfale, tra le 22 e le 23, quattro gappisti del “Pescatore”[1] attaccano con bombe a mano e colpi di mitra tre camion tedeschi. Tre i morti e qualche ferito. Dell’azione vengono ritenuti autori i carabinieri alla macchia.
A Caiazzo, nel casertano, i tedeschi del 29° Panzergrenadieren Regiment uccidono 22 civili accusati di aver fatto segnalazioni agli alleati. 7 le donne 11 i bambini.[2] Il Governo italiano dichiara guerra alla Germania. Americani e Russi riconosceranno agli italiani l’essere “cobelligeranti” ma non alleati.
Aldo Pavia
(nella foto un libro sulla strage di Caiazzo)
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[1] Il “Pescatore” era un GAP periferico, composto inizialmente da 8 elementi, costituitosi tra il 3 e il 4 ottobre 1943. Dopo il 13 ottobre, nella zona vengono costituiti i GAP “I Ruderi” e lo “Storto”. Successivamente si costituirà il GAP “IVa Brigata Garibaldi”.
[2] I tedeschi erano guidati dal sottotenente della Wehrmacht Wolfang Lehnik Emden. Nel 1944 il tribunale di Capua Vetere lo ha condannato all’ergastolo. Sentenza annullata dalla Cassazione per prescrizione del reato.