Dopo la strage di immigrati di Crotone nel mare Jonio
Lasciar morire persone in mare è inaccettabile!
Le persone in mare vanno salvate sempre, senza penalizzare chi aiuta a farlo, come è stato fatto in questi giorni anche con il sequestro immotivato della nave Geo Barents di Médecins sans frontieres, che pochi giorni prima in acque internazionali davanti alla Libia aveva salvato 48 vite umane. È stata bloccata con multa nel porto di Augusta, in base alla legge speciale del governo Meloni per le navi Ong. La legge approvata, in sostanza, è diretta a ostacolare, rallentare e in ultima analisi a impedire le attività delle organizzazioni umanitarie. Ciò può avvenire attraverso un cavillo, usando cioè il comma e) del primo articolo che impone di fornire «le informazioni richieste ai fini dell’acquisizione di elementi relativi alla ricostruzione dettagliata dell’operazione di soccorso posta in essere». Informazioni che Medici senza frontiere afferma di avere fornito, prestando comunque ampia collaborazione con la Capitaneria di porto.
Il governo italiano ritiri il “decreto ONG”!
Il Governo Meloni metta in campo un sistema di ricerca e soccorso che, ove fosse stato esistente, avrebbe forse evitato la strage di Crotone, purtroppo non la sola in un mare un tempo nostrum e simbolo di accoglienza, oggi arrossato dal sangue. Vanno bloccati i trafficanti di uomini, non le ONG e i volontari che provano a salvare vite. Se ci fosse stato sulla costa calabrese un sistema di ricerca e soccorso i migranti potevano essere salvati. Rifletta la politica, lo faccia il governo con le sue direttive sui soccorsi, sulle Ong, sull’accoglienza, rispettando e facendo rispettare il diritto internazionale, la legge del mare e la Costituzione italiana. L’emergenza, checché ne dica chi cerca di avvitare l’opinione pubblica in una spirale razzista e xenofoba, non è numerica, ma umanitaria, come ha affermato l’Agenzia ONU per le migrazioni, insieme a UNHCR/Acnur. In un contesto storico caratterizzato da persone spinte a fuggire da conflitti e persecuzioni, è più che mai necessario rafforzare la capacità di salvataggio, che risulta ancora insufficiente, per evitare tragedie come questa. Occorre un approccio che guardi alle molteplici cause che spingono le persone a fuggire sia dai paesi di origine sia da quelli di transito in condizioni drammatiche. Questo impegno deve avvenire anche attraverso un maggior sostegno umanitario e allo sviluppo, che si tradurrebbe nel salvataggio di molte vite umane. Facciamo nostro l’appello di Oim e UNhcr/Acnur per un accesso più ampio a canali sicuri per evitare che le persone debbano ricorrere a viaggi pericolosi in cerca di speranza, protezione e di una vita migliore, ripristinando regolari flussi.
La FIAP, nello spirito dei partigiani combattenti che la costituirono per tenere viva la bandiera e lo spirito umanitario e internazionalistico della lotta di Liberazione, trasfusi nella Costituzione repubblicana, fa proprio l’appello. Il diritto internazionale e la nostra Costituzione nata dalla lotta di Liberazione indicano la strada percorribile: accoglienza, protezione e tutela dei diritti umani per ogni persona.
di Antonio Caputo, vicepresidente FIAP Nazionale