Ignazio Benito Maria La Russa, Presidente del Senato e seconda carica dello Stato, ha annunciato che non festeggerà il 25 aprile.
Perché – dice a La Stampa – “lì non si celebra una festa della libertà e della democrazia, ma qualcosa appannaggio di una certa sinistra”.
Un’affermazione sconcertante e non accettabile dalla seconda carica dello Stato di un Paese democratico fondato su una Costituzione antifascista.

Nella dichiarazione del Presidente del Senato sulla festa della Liberazione nazionale dal nazifascismo, con contenuti oggettivamente eversivi, c’è più di una nota stonata.

Il Presidente del Senato ricopre un’importante carica istituzionale dell’Italia repubblicana, la seconda per ordine di rilevanza dopo quella del Presidente della Repubblica parlamentare frutto della Liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista e dal regime guerrafondaio fascista alleato di Hitler, a cui contribuì con un grande sacrificio di vittime, in misura altissima, la gloriosa guerra patriottica della Resistenza in tutte le sue plurali articolazioni militari e civili in Italia e in Europa. Restituendo l’onore e la libertà alla comune patria italiana, secondo Risorgimento del paese. E pacificando l’Europa.

Una lotta che trovo il suo sbocco nella Costituzione repubblicana su cui La Russa ha giurato.

Il 25 aprile – che segna la conclusione vittoriosa della lotta di Liberazione – è festa nazionale di tutti gli italiani e non già di una parte come sembra affermare imprudentemente La Russa e intende ovviamente celebrare la sconfitta dei nemici guerrafondai della libertà e della democrazia. E della pace.

Ritratti La Russa le sue infelici dichiarazioni che contraddicono i doveri della sua carica pubblica! Una funzione pubblica istituzionale non sia strumento dei nemici della democrazia!

di Antonio Caputo

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